Bibliothecae.it
di Simona Inserra, Bibliothecae.it, 9 (2020), 1, Recensioni, pp. 498-500
L’Istituto Campana per l’Istruzione Permanente ha avviato da alcuni anni un percorso di valorizzazione del proprio patrimonio culturale, dando spazio anche a un progetto relativo al pregiato patrimonio bibliografico: questo catalogo ben rappresenta il primo compiuto esito di tale progetto. Il catalogo degli incunaboli della Biblioteca storica di Palazzo Campana di Osimo, curato da Monica Bocchetta, dottore di ricerca in Scienze librarie e documentarie, docente di Bibliografia, Biblioteconomia e Storia del libro e dell’editoria all’Università di Macerata, è preceduto da una premessa di Matteo Biscarini, presidente dell’Istituto, il quale auspica che la pubblicazione serva come punto di partenza per ulteriori indagini legate alla valorizzazione del patrimonio di Palazzo Campana e a supporto di iniziative future. L’indagine condotta dall’Autrice è relativa al piccolo fondo di incunaboli, venti edizioni in ventiquattro esemplari, che coprono un arco di tempo che va dal 1477 ca., probabile anno di stampa del Confessionale “Defecerunt” di sant’Antonino, stampato a Roma presso la casa di Francesco Cinquini (ISTC, ia00804000, nel catalogo alla scheda n. 1), fino al 1500, anno di stampa della Summa de regimine vitae humanae seu Margarita doctorum, pubblicata a Venezia da Giorgio Arrivabene (ISTC, ij00333000, nel catalogo alla scheda n. 19). Gli esemplari sono stati attentamente analizzati e le informazioni inesatte, fornite negli anni passati, sono state corrette; l’attenzione, scrive l’Autrice nel capitolo introduttivo, è stata posta «in primo luogo alla verifica delle identificazioni, quindi all’esame puntuale degli esemplari posseduti con particolare riguardo alla rilevazione e allo studio dei ‘segni sui libri’ (legature, annotazioni, ex libris) e, per quanto possibile, si è anche cercato di fornire descrizione e datazione dei frammenti cartacei o pergamenacei riscontrati sulle legature». Il catalogo è tradizionalmente ordinato in ordine alfabetico per autori; quando compaiono più opere dello stesso autore, è seguito il principio di ordinamento alfabetico per opera e quello cronologico. Gli elementi contenuti nelle schede sono organizzati in quattro aree: la prima area è quella che contiene i dati relativi ad autore, titolo dell’opera, luogo, editore e data di stampa, presentati in forma normalizzata con riferimento ai dati inclusi in IGI ma aggiornati con ISTC; si seguono inoltre le REICAT per quanto concerne la scelta dell’intestazione e il Dizionario degli editori, tipografi e librai itineranti in Italia tra il Quattrocento ed il Seicento per la normalizzazione dei nomi di tipografi ed editori. La seconda area, quella della collazione, registra i dati relativi al formato, al carattere tipografico, alle modalità di disposizione del testo, alla cartulazione o alla paginazione (a seconda dei casi), alla fascicolatura e alla segnalazione di materiale iconografico, alle fonti bibliografiche consultate. La terza area, del contenuto, contiene, trascritti in modo facsimilare, gli incipit degli apparati paratestuali, delle partizioni interne del testo e del colophon. La quarta e ultima area, quella dell’esemplare, raccoglie la consistenza, comprensiva delle carte di guardia, e l’indicazione di eventuali lacune, la descrizione della legatura, la presenza di maniculae, timbri, ex libris e note sullo stato dell’esemplare. I dati relativi agli esemplari sono già in parte ricercabili in MEI, Material Evidence in Incunabula, la banca dati che raccoglie, datati cronologicamente e caratterizzati geograficamente, gli elementi materiali relativi agli oggetti fisici descritti (consultabili on line alla URL: ). Dall’analisi complessiva del fondo degli incunaboli della Biblioteca e, soprattutto, dalla loro analisi materiale, emergono dati molto importanti che contribuiscono a delineare meglio la storia stessa della raccolta e anche alcuni significativi passaggi messi molto bene in evidenza dall’Autrice la quale, pur in presenza di un fondo dalla consistenza esigua, è riuscita a ricavare notizie e informazioni utili per ricostruire la fisionomia dell’istituzione e alcune figure di possessori, tra cui per esempio, quella di Agostino Maria Molin, bibliotecario, che legò i suoi libri al Seminario e Collegio con lascito testamentario.
https://bibliothecae.unibo.it/
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