Traduzione ed Echi traduttivi di Antonella Nardi.
Thomas Mann, il Nobel, la democrazia di Paolo Panizzo.
La posizione politica di Thomas Mann si evolve nel corso del tempo in
seguito ai drammatici avvenimenti storicopolitici della prima metà del
Novecento. Allo scoppio della Grande Guerra Mann sostiene
incondizionatamente la politica del Reich guglielmino, per poi rivedere,
nel famoso discorso Von deutscher Republik del 1922,
l’iniziale posizione nazionalconservatrice e rivalutare il significato
della Repubblica di Weimar per il popolo tedesco. Qualche anno più
tardi, nel discorso Deutsche Ansprache. Ein Appell an die Vernunft del
1930, egli mette in guardia di fronte all’avanzata del
nazionalsocialismo e dichiara che il posto della borghesia tedesca, di
cui egli stesso è figlio, è “al fianco della socialdemocrazia”. Poco
dopo la presa di potere di Hitler, l’11 febbraio 1933 lo scrittore
lascia la Germania, dove tornerà in visita solo nel 1949 da cittadino
americano. La data segna l’inizio del suo lungo esilio che passa dalla
Francia alla Svizzera, prima del trasferimento negli Stati Uniti del
1938. In questa evoluzione, i due discorsi che qui si propongono in
una nuova traduzione italiana sono rappresentativi delle posizioni
politiche di Mann nel decennio che intercorre tra il crollo della Borsa
di New York del 1929 e l’annessione dell’Austria alla Germania nazista
nel marzo 1938. Nel primo, il Discorso del Banchetto tenuto
il 10 dicembre 1929 in occasione del conferimento del Premio Nobel per
la Letteratura, Mann dedica il prestigioso riconoscimento al proprio
paese e al proprio popolo “per molti versi incompreso”. In quel momento
lo scrittore non può ancora prevedere l’avvento al potere del regime
nazionalsocialista di lì a pochi anni e le sue tragiche conseguenze. La seconda prolusione sulla Futura vittoria della democrazia,
tenuta in quindici città degli Stati Uniti nella primavera del 1938, è
di tono molto diverso. Questo discorso, che si può considerare il fulcro
del nuovo approccio politico di Mann durante l’esilio, ha lo scopo di
denunciare i drammatici sviluppi politici in Europa e di muovere gli
animi degli americani, in primis del presidente Roosevelt, contro il
fascismo. Mann professa qui la sua fede nella rinascita politica della
democrazia in Europa, il suo credo nella dignità umana e nella
convivenza pacifica tra i popoli.