11/11/2015
Hotel House: tra globale e locale, tra omogeneizzazione e differenziazione

26.01.2012 - Mondominio, enclave, ghetto, non luogo, zona franca, rifugio separato dal mondo, cattedrale nel deserto. Sono tanti gli epiteti attribuiti nel tempo all’Hotel House di Porto Recanati, complesso nato alla fine degli anni ‘60 come struttura residenziale per vacanzieri benestanti presto trasformato in una sorta di ghetto per immigrati e autoctoni con disagio socio-economico.
Noto ai più soprattutto per i fatti di criminalità e violenza di cui di frequente si occupa la stampa locale, è stato spesso oggetto di analisi da parte di cineasti e studiosi. Tra questi ultimi si inserisce la ricerca effettuata da Maria Letizia Zanier, Natascia Mattucci e Claudia Santoni, rispettivamente docente di Sociologia generale, docente di Filosofia dei diritti umani e dottoranda dell’Università di Macerata, confluita nel volume Luoghi di inclusione, luoghi di esclusione. Realtà e prospettive dell’Hotel House di Porto Recanati edito di recente dalle eum – edizioni università di macerata

Quali sono state le motivazioni e quali gli obiettivi che vi hanno guidato nello svolgimento dell’indagine oggetto del libro in questione?
"Il volume in questione" – spiega la prof.ssa Mattucci – "rappresenta un approfondimento teorico di alcuni dei risultati emersi dall’indagine conoscitiva sull’Hotel House che ha visto impegnato un gruppo di ricerca della Facoltà di Scienze politiche di Macerata (Proff. Angelo Ventrone, David Nelken, Emmanuele Pavolini, M. Letizia Zanier) su richiesta della prefettura maceratese. A fronte di una ricerca effettuata sul campo, l’indagine che ha ispirato il volume è stata motivata dall’intento di offrire una descrizione della situazione vissuta dai residenti del condominio al fine di individuare strategie per migliorarne le condizioni."
"Per molti versi," - continua la prof.ssa Zanier – "la ricerca ha dimostrato che l'Hotel House si delinea come un ghetto urbano e come tale viene costantemente rappresentato dai media e vissuto dagli abitanti dei contesti limitrofi. Le maggiori problematiche che affliggono l'insediamento, oltre che anche i residenti intervistati, riguardano l'alto tasso di criminalità al suo interno e all'esterno, la pericolosità legata a questo tipo di residenza, oltre all'elevato livello di degrado materiale e sociale vissuto. Detto questo, per altri versi dalle interviste emerge che l'Hotel House non è solo una "zona franca", dal momento che molti abitanti mostrano di condividere solidi legami sociali di tipo interno (tra connazionali, ma non solo) e anche un certo grado di solidarietà e di partecipazione sociale."
"Vorrei aggiungere che il mio ruolo insieme a quello della prof.ssa Mattucci è stato di realizzazione delle interviste." – conclude la prof.ssa Santoni – "Ciò ci ha permesso di entrare in contatto diretto con una realtà complessa e difficile che va letta utilizzando nuovi modelli e parametri. Sottolineerei l'urgenza di leggere tali fenomeni di esclusione sociale tenendo presente il rapporto tra globale e locale, tra omogeneizzazione e differenziazione. Solo così è possibile identificare contesti territoriali altamente segreganti che precludono il miglioramento delle condizioni di vita dei suoi residenti, anche di quelli che hanno raggiunto una stabilità economica."

Continuerà la ricerca?
"Ci auguriamo di trovarci nelle condizioni di proseguire il lavoro" – sostiene la prof.ssa Zanier – "considerato l'interesse scientifico delle tematiche fin qui affrontate ed anche la valenza potenzialmente 'operativa' dei dati raccolti ai fini di un recupero dell'insediamento da parte delle istituzioni."
"La nostra ricerca sull’Hotel House" – prosegue la prof.ssa Mattucci – "rappresenta un lavoro interdisciplinare pioneristico che meriterebbe ulteriori approfondimenti e sviluppi. Sarebbe interessante un’analisi comparata con altri casi analoghi."

Avete deciso di rendere disponibile il vostro lavoro sull’Archivio digitale di ateneo: quali sono i vantaggi?
"I vantaggi legati al fatto di rendere disponibile il lavoro sull'Archivio digitale di ateneo" – risponde la prof.ssa Zanier – "sono principalmente relativi alla massima diffusione e la condivisione dei risultati della ricerca, in modo da stimolare l'interesse di altri studiosi e di esponenti delle istituzioni e di ulteriori attori pubblici e privati coinvolti nella gestione dei fenomeni immigratori. Ciò potrebbe favorire anche nuovi sviluppi negli studi in questo interessante ambito."
Commenta la prof.ssa Mattucci: "La disponibilità del lavoro all’interno dell’archivio digitale ha il vantaggio di renderlo maggiormente fruibile, favorendo altresì una diffusione ad ampio raggio dei suoi risultati."

Qual è la vostra posizione nei confronti delle disposizioni relative ai criteri di valutazione per i candidati ai concorsi universitari?
Secondo la prof.ssa Zanier "La riforma universitaria è tuttora in fase di attuazione anche in quest'ambito e auspichiamo che possano prevalere criteri di tipo meritocratico."
Dello stesso parere è la prof.ssa Mattucci: "Mi associo all’auspicio che i criteri prevalenti possano favorire il merito."
"La realtà che oggi si presenta rispetto all'applicazione della Riforma Gelmini" - precisa la prof.ssa Santoni – "mostra alcuni meccanismi che sembrano purtroppo oscurare il messaggio iniziale di meritocrazia e trasparenza nel reclutamento. Tra i bandi infatti pubblicati nel sito Miur appare una prevalenza di progetti di ricerca dai contenuti troppo specifici, tendenza che purtroppo vanifica la giusta competizione tra candidati. Altro nodo è quello dei criteri e parametri per la valutazione dei candidati ai fini dell'attribuzione dell'abilitazione scientifica. È stato giusto introdurre l'uso degli strumenti bibliometrici ma appare poco equa la norma per cui vengono considerate solo le pubblicazione prodotte dal momento di entrata in ruolo, norma che ostacola i neo-ricercatori ad abilitarsi fin dalle prime tornate pur avendo acquisito una accertata produttività scientifica e professionale. Tali temi vengono discussi e promossi dall'Associazione Ricercatori Precari Italiani."