Salone Internazionale del Libro di Torino, presentazione del volume "Il ladro di libri e altre bibliomanie" di Nuria Amat: «Scrivere è una malattia dalla quale si guarisce esclusivamente con le parole»

«Nuria Amat è autrice di opere letterarie “ai limiti del saggio e del congegno intertestuale”, come scrive Danilo Manera nella traduzione della raccolta di racconti Monstruos pubblicata con il titolo Mostri per la Biblioteca del Vascello nel 1995, “maestra nello scomporre e ricomporre le tessere del mosaico narrativo”. Pur consacrata unanimemente dalla critica come voce autorevole della narrativa spagnola contemporanea, in Italia la sua produzione è molto poco nota al grande pubblico e si limita alla sola opera tradotta da Danilo Manera».
La prof.ssa Rosa Marisa Borraccini, in veste di presidente delle eum – edizioni università di macerata, introduce così l’incontro dedicato alla presentazione del volume Il ladro di libri e altre bibliomanie di Nuria Amat, che interviene insieme con la traduttrice Nuria Pérez Vicente venerdì 13 maggio 2016 nello “Spazio Autori” del Salone Internazionale del Libro di Torino.
La pubblicazione, come dichiara la prof.ssa Borraccini, è l’esito di un’idea a lungo meditata, nata nel 2001 quando incontra per la prima volta il nome di Nuria Amat leggendo la prefazione di Piero Innocenti alla riedizione della commedia Il bibliomane di Alberto Nota. L’interesse per la scrittrice spagnola prosegue poi con la proposizione di un corso monografico sulle forme della bibliofilia e della bibliomania nella storia, l’assegnazione di una tesi di laurea alla co-traduttrice de El ladrón de libros, Eleonora Luzi, l’incontro con la prof.ssa Pérez Vicente e, infine, l’effettiva pubblicazione del libro per offrire ai lettori italiani l’opportunità di conoscere Nuria Amat.

La prof.ssa Nuria Pérez Vicente pone l’accento nel suo intervento sull’originalità della scrittura di Nuria Amat, voce molto interessante nel panorama letterario spagnolo attuale. Per molti anni docente di biblioteconomia presso l’Università di Barcellona, saggista e romanziera, la Amat è anche poetessa, drammaturga, traduttrice e giornalista. Esordisce nel 1979 con Pan de boda, con cui inaugura un percorso letterario innovatore attraverso il monologo interiore e versi liberi. El ladrón de libros è il secondo lavoro pubblicato nel 1988. La particolarità di quest’ultimo volume risiede, secondo la prof.ssa Pérez, nel tema centrale che percorre la sua poetica: la riflessione costante sulle forme e sul senso della scrittura. «Scrivere – sostiene la Amat – è una malattia dalla quale si guarisce esclusivamente con le parole». Il ladro di libri è infatti una meditazione sul concetto di libro, si articola intorno alla bibliomania ed è una sorta di compendio del mondo intimo e professionale di una bibliofila. Ai primi capitoli di carattere saggistico, ne seguono altri di genere narrativo.
La traduttrice sottolinea inoltre la visionarietà della scrittrice spagnola, che già nel 1988 prevede un capovolgimento non solo dei concetti di lettura e di scrittura, ma anche delle modalità stesse con cui si genera e si espone il pensiero grazie alla diffusione dell’informatica. La prof.ssa Pérez infine evidenzia un’altra peculiarità del libro: l’integrazione perfetta tra realtà e finzione in un gioco volto a coinvolgere il lettore.

Nuria Amat ribadisce a sua volta l’importanza della scrittura ne El ladrón de libros, che si propone come un saggio ironico con una forte componente finzionale. Nel 1988 in Spagna il volume non riscuote il successo sperato perché manca ancora il concetto di metaletteratura. L’autrice afferma di avere sia detrattori sia amanti delle sue opere. A chi le chiede la ragione di un libro sui libri, suole rispondere che scrive con passione ciò che ritiene necessario. In Spagna, così come in Italia, è sempre stata “un bicho raro”, una scrittrice diversa. Altri scrittori, ad esempio Rosa Montero, Eduardo Mendoza e Javier Marías, la definiscono «una scrittrice per scrittrici», che è un complimento, ma allo stesso tempo la emargina come autrice.
A proposito dell’attuale processo di indipendenza della Catalogna, l’autrice ribadisce il suo impegno a difendere la libertà di espressione in qualsiasi lingua, sia in catalano, sia in castigliano. La maggior parte dei suoi libri sono scritti in castigliano, ma non manca un romanzo in catalano, Amor i guerra, con cui nel 2011 vince il prestigioso premio de les Lletres Catalanes Ramon Llull. Questo riconoscimento è accompagnato da molte polemiche da parte di giornalisti catalani, ma oggi molti scrittori scrivono sia in catalano sia in castigliano e questa è una novità.

Di seguito proponiamo il video della presentazione. Le riprese e il montaggio sono di Giorgio Cipolletta.