Un teramano scrive la storia dell'Università di Macerata
26/01/2016
La città - quotidiano della provincia di Teramo 27/11/2013
di Simone Gambacorta

Oggi pomeriggio un seminario di studi su due libri firmati da Luigiaurelio Pomante


Non è solo un giornalista e le sue passioni non si esauriscono nell'amatissimo calcio. La veste di cronista fa in verità non poca ombra - almeno dalle nostre parti - a uno dei più significativi versanti di impegno di un teramano notissimo, Luigiaurelio Pomante. Meglio ancora: non a uno dei più significativi, ma a quello più significativo in assoluto: quello, cioè, dove risiede la sua vera identità intellettuale.
Non molti, o forse addirittura pochi, sanno infatti che Pomante è prima di tutto uno storico. Uno storico "professionista". A dargli la patente è stata l'Università di Macerata, dove è titolare di un assegno di ricerca e dove ha conseguito il dottorato in Theory and History of Education.
Come frutti delle ricerche che porta avanti da anni - e che conduce, come è facile constatare, con una acribia davvero scientifica - hanno di recente visto la luce due volumi che hanno tutta l'aria (e la mole) di essere destinati a pesare (in bene, è chiaro) nel suo curriculum di giovane accademico e, quel che più conta, nel novero dei titoli che gli addetti ai lavori saranno chiamati a consultare per futuri studi nel settore.
Il primo, di cui Pomante è stato attentissimo curatore, s'intitola "L’Università di Macerata nell’Italia unita (1861-1966). Un secolo di storia dell’ateneo maceratese attraverso le relazioni inaugurali dei rettori e altre fonti archivistiche e a stampa" (Eum, pp. 800, 50 euro) e inaugura la collana "Studia et documenta Historiae Almii Studii Maceratensis" del Centro Studi e documentazione sulla storia dell'Università di Macerata.
Si tratta di un lavoro ciclopico, che nelle sue prime duecento fitte pagine delinea con grande puntualità sia la natura e le finalità dell'opera che la storia dell'ateneo marchigiano ("Per una storia dell'Università di Macerata nell'Italia unita", dove Pomante mostra tutta la sua stoffa, è di fatto un libro nel libro). A questa ampia parte "introduttiva" (corredata nel complesso da 537 note a piè pagina) seguono le relazioni dei rettori, anch'esse debitamente inquadrate e accompagnate dagli opportuni riferimenti. Un materiale davvero ricco, che comincia con le parole del Reggente Abdia Geronzi per l'anno 1879-1880 e che termina con quelle del Rettore Giuseppe Lavaggi per l'anno accademico 1965-1966. «Le relazioni annuali presentate dai rettori - scrive Roberto Sani nel suo denso saggio introduttivo - rappresentano indubbiamente una fonte di primaria importanza non solamente per cogliere la progettualità e le strategie politiche e universitarie perseguite dai diversi governi rettorali, ma anche per ripercorrere l'evoluzione dei singoli atenei e lumeggiarne la vita interna e le vicende relative all'attività scientifica e culturale e a quella didattica e formativa». E in questa riflessione di Sani è racchiuso il senso d'insieme del libro, necessariamente destinato a "fare testo" nelle bibliografie e venire. Non va poi trascurata l'"Appendice fotografica" cui Pomante ha saggiamente voluto dedicare l'intera terza parte del volume, dando così il giusto risalto anche alle tutt'altro che trascurabili fonti iconografiche.
Il secondo libro s'intitola invece "Per una storia delle università minori nell’Italia contemporanea. Il caso dello Studium Generale Maceratense tra Otto e Novecento" (Eum, pp. 455, 23 euro), e vede Pomante nelle vesti di autore tout-court.
Accolto dalla collana "History of Education & Childrens'Literature" diretta da Roberto Sani e Anna Ascenzi, e distesamente prefato da Gian Paolo Brizzi ("Le piccole università e l'inerzia dei luoghi comuni. Una presentazione"), il lavoro di Pomante dà brillantemente corpo a una dettagliata ricognizione sui «piccoli atenei di provincia sorti in larga misura in età moderna e destinati, dopo l'unificazione nazionale, a costituire una parte estremamente rilevante del sistema universitario della penisola».
In pratica, partendo dalla specola maceratese, e forte di un bagaglio documentale quanto mai robusto, Pomante penetra nella realtà universitaria italiana tra Otto e Novecento: quel che ne deriva è uno studio di ampio respiro, che propone una lettura innovativa e minuziosa dell'«evoluzione dell'istruzione superiore nell'Italia contemporanea».
Quello che colpisce, delle due pubblicazioni, è lo scrupolo e il lavoro di scavo con cui Pomante le ha realizzate. Per quanto riguarda fonti e riferimenti documentali, esibiscono difatti una solidità di apparati a dir poco considerevole. A questa va affiancata - e non è dato secondario - una felicità di penna che consente a Pomante di affrontare la complessità degli argomenti sulla scorta di una prosa rigorosa e ordinata, ma non per questo spigolosa. Importante (e pienamente riuscito) anche lo sforzo di inserire in un contesto più ampio le "vicende" delle realtà prese in esame, nel segno di una prospettiva tutt'altro che conchiusa e di corto respiro.
I due lavori saranno presentati questo pomeriggio alle 16 nell'Aula Magna dell'Università di Macerata. Non si tratterà - a dire il vero - di una semplice presentazione, ma di un vero e proprio seminario di studio incentrato sulle due opere firmate da Pomante. "Gli atenei minori nel sistema d'istruzione superiore dell'Italia unita: il caso dell'Università di Macerata". E' infatti questo il titolo dell'incontro cui, oltre allo stesso Pomante, prenderanno parte relatori di acclarata fama: Luigi Lacchè (magnifico rettore dell'Università di Macerata), Gian Paolo Brizzi (Università di Bologna), Floriana Colao (Università di Siena), Simonetta Polenghi (Università Cattolica di Milano), Mauro Moretti (Università per stranieri di Siena) e Roberto Sani (Università di Macerata).

www.quotidianolacitta.it;

Riferito a

L'Università di Macerata nell'Italia unita (1861-1966)

Pomante Luigiaurelio (a cura di)
Year: 2012
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