Questo lavoro ricostruisce il contributo offerto dalla riflessione di William James al riconoscimento del carattere «originario», «profondo» e «reale» del «feeling», di cui è messo in risalto lo specifico valore conoscitivo e veritativo. Il «feeling», in quanto radice dell’intero processo conoscitivo, instaura un piano di apertura su un campo di realtà che è innanzitutto creduto prima che conosciuto, anzi la realtà da esso dischiusa s’instaura nell’atto stesso di sentirla e perciò è conosciuta in quanto è innanzitutto «sentita». A partire da queste premesse James chiarisce anche la sua tesi fondamentale sulla necessità di una riabilitazione del sentimento nella religione e persino di una sua egemonia sull’aspetto intellettuale. La verità della religione per James è da ricondursi interamente alla sua capacità di integrarsi con la generale prassi vitale, essa assolve a una funzione pratica; il suo valore non è da riconoscere riportandola a una struttura immutabile, confinata in un passato senza tempo, ma sperimentandola come un produttivo strumento d’azione per orientare e governare il flusso mutevole delle esperienze e perciò essa si attua in una costitutiva apertura al futuro.
Titolo
Centralità del sentire e teoria morale in William James
Autori
Stara Flavia
Pagine
106
Anno di edizione
2009
Editore
EUM Edizioni Università di Macerata
Collana
Monografie fuori collana
Supporto
Cartaceo
Formato
Brossura
ISBN
978-88-6056-225-8
Prezzo
7.50