Archivio Storico Italiano
26/05/2020
di Martina Regis, Notizie, Archivio Storico Italiano. Deputazione di storia patria per la Toscana, Anno CLXXVIII (2020), n. 664 - Disp. II (aprile-giugno), pp. 441-442

Negli ultimi anni si è assistito ad un progressivo rinascere dell’interesse storiografico nei conforonti della figura di Alberico Gentili, grazie all’impegno di traduzione, edizione e pubblicazione di numerosi studiosi, coadiuvati dal Centro Internazionale di Studi Gentiliani di San Ginesio. Proprio in quest’ottica si colloca il prezioso contributo di Stefano Colavecchia, che si propone come uno studio di ampio respiro sulla storia del pensiero di Alberico Gentili, della sua eredità, la sua influenza e circolazione in Europa. Dopo la stimolante Introduzione a cura di Vincenzo Lavenia, nel primo dei tre capitoli di cui si compone il volume, l’A. tratta delle tumultuose vicende biografiche del sanginesino, attraversandone le tappe principali e legandovi indissolubilmente il progressivo formarsi del suo pensiero. Il secondo capitolo è invece interamente rivolto all’analisi degli assi portanti del pensiero di Gentili, e delle conseguenze pratiche nel panorama intellettuale e politico europeo delle sue riflessioni, a partire dal rapporto tra giurisprudenza e teologia, dove è immediatamente visibile il fondamentale apporto del sanginesino allo sforzo collettivo di tutti i giuristi europei di razionalizzare l’organizzazione interna dei nuovi Stati, fino al complesso rapporto intellettuale con Machiavelli. La lettura delle opere del fiorentino porterà Gentili – anche sulla scia del coevo dibattito costituzionale che si sviluppa in Inghilterra – ad elaborare concetti cardine della propria dottrina, attraversando questioni centrali del dibattito politico cinquecentesco quali il problema della resistenza al tiranno, dell’immunità del sovrano e dello stato di Necessità come extrema ratio di fronte al pericolo di dissoluzione della respublica. Questi temi ampi, guideranno il sanginesino alla successiva elaborazione del proprio concetto di Sovranità, di capitale importanza se si pensa alle contingenze sociali e politiche in cui egli si trova: la questione della Sovranità e soprattutto dei suoi limiti si intrecciava infatti con la delicata questione della transizione dai Tudor agli Stuart al trono inglese. Il terzo ed ultimo capitolo tratta infine la questione della fortuna europea del Gentili tra Sei e Settecento, e costituisce la parte più innovativa del volume, introducendo elementi originali e nuovi spunti di riflessione nel panorama storiografico attuale. In particolare, l’autore si domanda quali possano essere state le cause della damnatio memoriae subita dall’opera gentiliana sin dall’inizio del XVII secolo, recuperando in questo senso le riflessioni di Trevor-Rooper circa la General Crisis del XVII secolo, e le analisi di Diego Panizza relative alla migliore capacità della moderna scuola di diritto naturale di Grozio di rispondere alle mutate esigenze del secolo. Dopo aver analizzato dunque i diversi contesti europei, dal Seicento fino al Novecento inoltrato, Colavecchia si sofferma su un caso particolare: le Confutazioni delle ragioni dell’Imperio, pubblicato nel 1742 da Nicola Maria Antonelli, importante esponente della gerarchia ecclesiastica cattolica, dove non soltanto viene offerta un’interessante disamina delle posizioni dottrinali del sanginesino, ma inaugurata una vera e propria svolta nella storia della fortuna del Gentili, a cui viene apertamente attribuita la funzione cruciale di precursore di Ugo Grozio nella costruzione dello ius publicum europaeum. Ciò, permette a Colavecchia di ribadire – a ragione – il ruolo cruciale di quest’opera come anello di congiunzione tra la consolidata storiografia e le nuove indagini attualmente in corso.

http://www.deputazionetoscana.it/wordpress/?p=1916;

Riferito a

Alberico Gentili e l'Europa

Storia ed eredità di un esule italiano nella prima età moderna

Stefano Colavecchia
Anno: 2018
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  • 10/06/2020 - Storicamente - Vedi