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Imposture da fariseo
22/12/2017
di Giulio Busi, «Il Sole 24 ore», 17 maggio 2015
Segnaliamo qualche brano della recensione che Busi ha dedicato al libro.
Una scia di lutti dell’anima, pentimenti, mezze verità e drammi interi segna la storia del giudaismo sefardita. Almeno dal 1391, con l’acme del 1492-97, secoli di conversioni forzate funestano la religione di Spagna e Portogallo. Non c’è da stupirsi che incredulità e ateismo abbiano attecchito con particolare forza tra i “conversos”, costretti a fil di spada a un cristianesimo che non volevano e non sentivano proprio. Se tanti fuggirono appena poterono dalla penisola iberica per tornare all’ebraismo, altri restarono a mezzo, tra mondi ormai straniati. Uriel da Costa, nato a Porto nel 1583 in una famiglia di “cristiani nuovi”, è esempio clamoroso di questo spaesamento che prepara la modernità. […]. Chi lo voglia riscoprire, può ora tuffarsi nel ponderoso «Esame delle tradizioni farisee». È una requisitoria contro le tradizioni orali dei maestri talmudici, scritta con grande dottrina e con il dente avvelenato […]. Il libro fu bruciato all’istante, e da Costa denunciato […]. Qualche decennio più tardi, Spinoza riprese dal punto in cui da Costa s’era interrotto. E inventò la miscredenza “more geometrico”.;