Recensione di Sabrina Conforti, allieva della Scuola di Studi Superiori Giacomo Leopardi - Università di Macerata
L’opera Senato Segreto è il lavoro congiunto di tre menti: Romano Ferrari Zumbini, curatore dell’introduzione al libro; Giulio Stolfi, che si è dedicato alle schede riguardanti la storia effettiva del Senato; Lorenzo Carnimeo, a cui si deve l’ultimo intervento incentrato sul cambiamento di sede nel corso degli anni del Senato.
Il modello metodologico messo in pratica è il cosiddetto fact checking, che, attraverso la rivalutazione di resoconti parlamentari, documenti d’archivio, lettere, note nei verbali delle sedute, ha permesso di ricostruire l’effettiva storia del Senato del Regno dalla Torino sabauda del 1848 alla Roma occupata del 1943. A partire dal luogo comune secondo cui il Parlamento viene identificato con la Camera dei deputati e secondo cui il Senato sembra non praticare la propria istituzione, l’opera cerca di definire con una pars destruens, in negativo ciò che non è vero e allo stesso tempo, con una pars costruens, in positivo ciò che è vero. Gli autori cercano, dunque, di far crollare l’idea comune secondo la quale il Senato non abbia mai avuto un grande ruolo all’interno dell’istituzione politica fin dalla sua creazione, cioè dalla redazione dello Statuto Albertino.
La poca considerazione riservata al Senato si riscontra già a partire dallo Statuto Albertino, in cui sono dedicate solo poche battute a tale organo. Per cogliere il vero ruolo del Senato è necessario, come afferma Zumbini, fare ricorso alla Costituzione completa, vale a dire fatti e atti dello statuto, normative scritte (dalla Costituzione e i regolamenti parlamentari alla legge elettorale e così via) e non scritte (consuetudini e spontaneità). È questo l’obiettivo che si sono posti gli autori del libro: riscrivere la storia ufficiale del Senato attraverso i reali atti e fatti della storia. Come spiega lo stesso Zumbini l’intento della pubblicazione non è editare qualcosa di inedito, ma porre all’attenzione fatti storicamente noti, rivisti attraverso una lente critica. Gli autori sono stati in gradi di permettere una tale rilettura anche a coloro che non sono esperti dell’ambito. Hanno cercato di risvegliare le menti dal “sonno dogmatico”, ma allo stesso tempo hanno anche sconsigliato di continuare a leggere a coloro che non erano pronti a rivalutare le proprie apparenti conoscenze.
Si deve a Giulio Stolfi il merito di aver ripercorso i vari luoghi comuni infondati della storia del Senato e aver fatto emergere la Verità storica. Si hanno in totale 12 schede che permettono una tale decostruzione della storia. Si parla dell’autoscioglimento del Senato, che era stato presentato come proposta nel 24 maggio 1848, ma poi non portata in atto, che rappresenta ad ogni modo il crollo dell’immagine del Senato come pigro e lontano dalla complessità dei problemi sociali e politici del Paese. Inoltre, pur essendo estranea ai circuiti della rappresentanza politica in senso stretto, attraverso istituti del sindacato, così come le commissioni d’inchiesta, i senatori giudicavano orientamenti e azioni del governo, così da trovare la propria dimensione, in senso ampio, rappresentativa. In seguito, Stolfi riesce a spiegare in modo chiaro le funzioni del Parlamento e del Senato in particolare. Dopo un breve excursus sulla vicenda delle nomine dei senatori e del presidente d’assemblea, si giunge a falsificare la questione riguardante la convalida dei senatori. Una lunga scheda è poi dedicata ai comitati segreti e un’altra al ruolo e alla storia del presidente dell’assemblea, a cui fanno seguito alcune precisazioni su governi, come per esempio la presidenza Saracco. Infine, l’ultima scheda è dedicata alla fine del regime fascista, dove anche il Senato ha contribuito alla sua destituzione, con particolare attenzione alla lettera del 18 febbraio del 1943.
L’ultimo contributo al libro è offerto da Carnimeo. Esso riguarda la scelta della sede del Senato che, contrariamente a quanto si crede, non è marginale alla comprensione della storia. L’autore spiega con chiarezza i vari trasferimenti di sede, i dibattiti conseguenti e l’importanza sussistente.
Attraverso la lettura dell’opera si riesce a rivivere in modo non scontato gli anni dal 1848, con la redazione dello Statuto Albertino, al 1943, con la destituzione del regime fascista. Con dedizione i tre collaboratori hanno accompagnato il lettore in un cammino di decostruzione dei luoghi comuni e di costruzione di una storia del Senato che non viene mai raccontata. Opere di questo tipo sono necessarie per una rivalutazione della storia ufficiale e per non cadere vittime delle fake news che oggigiorno invadono ogni ambito. Gli autori sono riusciti con maestria nell’intento di decostruire il detto comune “il Senato non fa crisi”, senza restare avvolti nella parzialità e mantenendo sempre uno sguardo critico.
Sabrina Conforti;
Riferito a
Senato segreto
Romano Ferrari Zumbini, Giulio Stolfi, Lorenzo Carnimeo
Anno: 2021
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