Recensione di Sofia Russo, allieva della Scuola di Studi Superiori Giacomo Leopardi - Università di Macerata
“La dolcezza ed eccellenza degli stili. Sulle Operette Morali di Leopardi”, pubblicazione della Professoressa Laura Melosi, è un contributo pregiato ed estremamente interessante circa la dibattutissima questione dello stile delle Operette Morali. Giacomo Leopardi e le sue opere sono da secoli al centro dell’attenzione della maggior parte della critica italiana e la complessità di tale autore e dei suoi scritti ha generato varie e diverse interpretazioni del suo pensiero così come dei suoi scritti. La riflessione di Laura Melosi, Professore Ordinario di Letteratura italiana presso l’Università di Macerata e titolare della “Cattedra Giacomo Leopardi”, nonché membro del Centro Nazionale di Studi Leopardiani di Recanati, si inserisce tra i lavori critici più recenti su Giacomo Leopardi. L’autrice pubblica un libro, per la casa editrice Eum nella collana “Leopardiana”, che tenta di sciogliere il quesito che la critica si è sempre posto circa lo stile delle Operette morali, la più impegnativa opera in prosa che Leopardi abbia scritto. La questione riguarda se le Operette debbano essere considerate un’opera con una sua unità o una raccolta di molti stili diversi, data la diversità delle varie parti. La Professoressa Melosi ha già dedicato un libro di commento alle Operette Morali edito da Rizzoli in cui riconosce che ogni operetta pretende toni diversi dall’altra per essere riconoscibile, sostenendo che proprio le differenze tra un dialogo e l’altro determinano la grandezza e la modernità dell’opera. Una varietas di toni che non trova la sua ragion d’essere nello sperimentalismo e nemmeno nello sfoggio erudito, ma che costituisce la ricerca intrapresa da Leopardi nella stesura delle Operette, di uno stile letterario perfetto per coniugare filosofia e letteratura. Un’impresa ardua, in quanto ogni particolare della scrittura è fondamentale e volto a sostenere il pensiero dell’autore in tutta la sua profondità. Il punto di partenza di Leopardi è quello di procedere secondo le “sottilissime avvertenze e considerazioni dell’arte antica” e gli “esempi perfettissimi degli antichi”, in particolar modo il modello è rintracciabile nei Dialoghi dell’autore greco Luciano di Samosata. «Non c’è alcun dubbio che la disposizione intellettuale di Leopardi autore delle Operette sia unitaria, che questo cioè non sia un libro di frammenti, ma è altrettanto vero che l’applicazione di tale disposizione nella scrittura dà luogo a esiti diversificati in virtù del genere di volta in volta assunto e dalla tecnica utilizzata per esprimerlo al meglio» scrive l’autrice. La forza dello stile è dunque per Leopardi una componente ideologica di un’opera letteraria da cui dipende la grandezza stessa del lavoro.
Il libro dedicato alla memoria del docente di letteratura italiana, Piero Floriani, si presenta come una raccolta degli studi condotti dalla Professoressa Melosi negli ultimi dieci anni sulle Operette Morali. Il volume è diviso in due sezioni che ben scandiscono il ritmo di una riflessione che, analizzando la questione stilistica delle operette, prose scelte e personaggi specifici, fornisce un quadro innovativo delle Operette Morali. Nella prima parte l’autrice compara la prosa delle Operette con quella dello Zibaldone e dell’Epistolario per far comprendere come Leopardi utilizzi una pluralità di registri a seconda delle diverse esigenze che lo spingono alla scrittura, rintracciando anche vari punti di incontro tra queste tre opere leopardiane. L’autrice riflette poi in merito alle considerazioni del poeta di Recanati sul comico che anticipano la scrittura delle Operette e la cui questione non è ancora pienamente definita sul piano teorico quando il libro prende forma tra il gennaio e il novembre del 1824. Leopardi cerca una prosa che nella sua epoca possa rendere il genere classico del comico e del satirico. Così l’autrice sottolinea come per Leopardi il comico consista nel ridicolizzare situazioni gravi, in una sorta di black humor ante litteram. La prima parte è poi corredata dagli studi dell’autrice in merito alle traduzioni reali e immaginarie svolte da Leopardi nella prosa delle Operette e a concludere una panoramica della storia della loro critica.
La seconda parte del libro raccoglie le riflessioni dell’autrice riguardo prose scelte e personaggi che delineano un profilo specifico delle Operette e dell’autore. Così si inizia dalla Storia del genere umano, prosa che apre l’opera, e che si aggiunge alle “congetture cosmologiche”, come le aveva definite Calvino nelle Sei lezioni americane, della tradizione occidentale. Particolarmente innovative risultano essere le riflessioni in merito all’impossibile felicità degli esseri umani, quelle sulla legge della distrazione e la descrizione dell’uomo moderno tra la verità e l’amore. Affascinante ed accattivante è anche la descrizione delle tre maschere leopardiane di Ottonieri, Momo e Tristano protagonisti delle prose, Detti memorabili di Filippo Ottonieri, La scommessa di Prometeo e Dialogo di Tristano e di un amico. Inoltre, l’analisi della prosa, Proposta di premi fatta dall’Accademia dei sillografi, che ha per oggetto un discorso paradossale e irriverente e che trova il suo punto di forza nell’esposizione dei saperi e dei dati culturali estremamente aggiornati dell’autore, risulta essere assai innovativa. Infine, la divagazione sull’aeronautica è tanto interessante quanto originale poiché l’autrice fornisce il profilo di un inedito Leopardi che, guardando alla tecnologia degli antichi con un atteggiamento di difesa, riserva il medesimo atteggiamento anche per l’età presente che si configurerà come passato. Ed è solo in quest’ottica, fa notare la Professoressa Melosi, che Leopardi riesce a sospendere il giudizio negativo sul proprio secolo con cui sodalizza per le ipotetiche accuse dei posteri.
“La dolcezza ed eccellenza degli stili. Sulle Operette Morali di Leopardi” si configura come una pubblicazione particolarmente degna di pregio che si aggiunge a pieno titolo nelle fila dei saggi della critica italiana sulle Operette Morali. Il volume riesce a parlare sicuramente agli addetti ai lavori ma anche ai neofiti che si avvicinano all’opera leopardiana per interesse e curiosità. Lo stile scorrevole rende la lettura agevole e i costanti spunti proposti stimolano la curiosità e la riflessione del lettore.
Sofia Russo;
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