Annali di storia dell’esegesi
13/05/2019
Miriam Benfatto, rec. in «Annali di storia dell’esegesi», 36/1 (2019), pp. 266-268.

Segnaliamo alcuni brani della vasta recensione che Miriam Benfatto ha dedicato al libro. La recensione completa si può trovare nei siti:
https://asejournal.net/
https://www.dehoniane.it/rivista/annali-di-storia-dellesegesi

Omero Proietti (d’ora in poi P.), storico della filosofia ben noto per i suoi studi spinoziani, si dedica da qualche anno, con molto profitto, all’indagine sul filosofo portoghese Uriel Da Costa (1583-1640), sulla sua produzione letteraria e sul suo milieu culturale. L’opera che qui si discute si inserisce a pieno titolo nel filone di ricerca come uno dei suoi esiti più significativi e completi. In lavori precedenti P. ha commentato l’Exemplar humanae vitae, ossia la ormai riconosciuta falsa autobiografia di Da Costa; inoltre, ha predisposto il testo critico, corredato da un corposo commento e dalla traduzione, dell’Exame das tradiçoẽs phariseas (1624, Macerata, Eum, 2014), in cui è possibile trovare già un primo importante inquadramento delle fonti messe a frutto nel testo dall’autore. La monografia Variazioni dacostiane è da considerare altresì legata al volume collettaneo Tradizioni e illuminismo in Uriel da Costa. Fonti, temi, questioni dell’Exame das tradiçoẽs phariseas (Macerata, Eum, 2016), che raccoglie gli atti del convegno internazionale che si è tenuto a Macerata nel settembre del 2015. In quest’ultima raccolta, il contributo di P., intitolato “Dal Somnium Scipionis alla Biblia de Ferrara, da Abner de Burgos a Camões. Fonti e intrecci di fonti dell’Exame dacostiano”, è infatti alla base di questa sua ultima monografia […]. Il testo dell’Exame riveste un ruolo di fondamentale importanza per lo studio della tradizione averroistica dei marrani iberici e per il pensiero di Spinoza: qui risiede parte della rilevanza di questo studio sulle fonti.
Le Variazioni dacostiane vogliono tracciare la storia e i contenuti della ricchissima biblioteca di Da Costa, tramite l’individuazione di autori e opere che costituiscono le fonti dell’Exame. P. offre uno studio approfondito di queste fonti, sia quelle espressamente citate sia quelle messe a frutto tacitamente […]. La sua indagine si articola in tre momenti principali, che rispecchiano la suddivisione della monografia in altrettante sezioni. La prima, intitolata “Intrecci di fonti dell’Exame dacostiano” (pp. 19-88), è dedicata al complesso dedalo che vede protagonisti il Somnium Scipionis ciceroniano, la versione giudeo-ispanica della Biblia de Ferrara, il poema epico Os Lusíadas di Luís de Camões e l’opera dialogica Mostrador de Justicia, che riporta una discussione tra l’autore Abner de Burgos, ebreo convertito al Cristianesimo, e il suo antagonista, un ex correligionario.
La seconda parte è dedicata alle “Fonti teologiche e filosofiche” (pp. 91-252), in cui è possibile saggiare l’impegno dacostiano in quelli che egli stesso chiama “diferentes estudos” (p. 92), che hanno affiancato la sua preparazione professionale in materia giuridica. L’opera dell’Exame riflette infatti un’attenta lettura dei testi di Galeno e di Panezio, ma anche di Origene, che si traduce in più di un’occasione in una critica. Tra le fonti cristiane, Da Costa si dimostra anche un discreto conoscitore delle idee e delle opere di Fausto Sozzini e di Ernst Soner, da cui mutua alcune interpretazioni esegetiche. L’attitudine nei confronti dei teologi della Riforma, tra cui Calvino, è però tema a cui P. dedica un capitolo specifico (pp. 235-245), dopo aver offerto interessanti considerazioni sulle letture dell’umanista italiano Pomponazzi.
Particolarmente importante è il contributo che l’analisi delle fonti dacostiane dona alla querelle – che possiamo considerare risolta – sull’autenticità dell’Exemplar Humanae vitae. P. porta ulteriori prove a sostegno della già dichiarata falsa autobiografia di Da Costa e torna sull’argomento in diversi punti dell’opera (e.g. pp. 93-102). La sezione conclusiva di questa seconda parte si concentra sul rapporto tra Da Costa ed Epicuro, in cui si evidenzia una profonda conoscenza dei testi epicurei da parte del nostro. E questo smonta una parte della pseudo-biografia dacostiana – cronologicamente posteriore all’Exame – in cui lo scrivente dichiara di non aver mai avuto modo di consultare le opere del filosofo greco.
La terza e ultima parte delle Variazioni dacostiane è dedicata alle “Fonti storico-letterarie e linguistiche” (pp. 255-446), tra cui troviamo Pomponio Mela, Aristotele, Crizia (noto a lui via Aristotele) e Melantone, ma anche le raccolte epico-liriche di romances e satire spagnole. L’approfondita conoscenza del Catechismo di Bartholomeu dos Martyres (fl. XVI sec.), arcivescovo di Braga, permette a P. di mostrare un attento confronto lessicale tra il portoghese cinquecentesco di Bartholomeu e il più tardo portoghese di Da Costa, oltre a svelare interessanti aspetti della sua formazione cattolica (pp. 347-370). L’ultima sezione di questa terza parte prende in esame alcune questioni linguistiche legate al giudeo-spagnolo, alla lingua ladina (pp. 371-446). Lo studio del linguaggio dacostiano svela una profonda immersione nella vita culturale dei sefarditi iberici, contribuendo a rettificare precedenti trattazioni del problema. P. illustra, attraverso la puntuale analisi lessicale di venti espressioni dell’Exame, che il suo lessico è un lessico misto: “non è più giudeo-spagnolo, ladino, spagnolo medievale o portoghese, ma si deve definire ladino-portoghese” (p. 371). P. fornisce un ricchissimo “Catalogo delle fonti utilizzate” (pp. 459-502), la raccolta delle “Edizioni bibliche” (pp. 502-504), un elenco di lessici biblici (p. 505) e di strumenti per la lessicologia portoghese, iberica e ladina (pp. 506), oltre a diverse indicazioni bibliografiche sull’autore e le sue letture.
Questo densissimo lavoro ci mostra l’erudizione di Da Costa e si rivela uno strumento indispensabile per comprendere il complesso intreccio culturale che sta alla base della sua formazione. Grazie allo studio delle fonti dell’Exame è possibile ricollegare Da Costa a temi e tradizioni che restituiscono un quadro particolarmente interessante della sua figura intellettuale a tratti controversa. […] Inoltre, – vale la pena ricordarlo – conoscere la figura di Da Costa apporta un notevole contributo a coloro che si occupano della formazione del pensiero spinoziano e che vogliono indagare il ruolo che la sua produzione letteraria ha esercitato nei circoli intellettuali europei. Approfondire le sue fonti rappresenta quindi un esercizio indispensabile per comprendere alcuni aspetti delle grandi figure del pensiero europeo e parte dei suoi snodi centrali. Le fonti dacostiane infatti possono gettar luce su ciò che, inconsapevolmente o meno, alcuni intellettuali impiegavano utilizzando i temi dell’Exame. In questa prospettiva, sono diversi i filoni d’indagine che si prospettavo particolarmente fruttuosi e che meritano un approfondimento. È necessario prendere in esame e considerare nuove dinamiche proprio esplorando la – spesso dimenticata – sezione hebraica degli scrittoi dei grandi pensatori europei.;

Riferito a

Variazioni dacostiane

Studi sulle fonti dell’Exame das tradiço?s phariseas

Omero Proietti
Year: 2017
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