Ellin Selae
14/11/2018
Il vaso di Pandora, Personaggi della nostra storia recente, «Ellin Selae», Dispensa libraria n. 139, pp. 27-28


Filippo Corridoni viene spesso considerato una figura vicina alla nascita del fascismo, in realtà era un sindacalista rivoluzionario e anarchico vicino agli interessi della classe lavoratrice e dei proletari, e anche la sua partenza volontaria per il fronte della I Guerra Mondiale (dove morì a solo 28 anni), va interpretata come un gesto di coerenza e di speranza di cambiamento di un assetto sociale e politico nettamente a sfavore del popolo. Questo viene ben sottolineato in uno degli interventi contenuti in questo volume: «La manipolazione della memoria di Corridoni da parte del fascismo ha provocato da un lato l'emarginazione della sua figura storica nell'ambito dello stesso movimento operaio del secondo dopoguerra, dall'altro ha fallo sì che venga ricordato soprattutto dall’estrema destra, in particolare dalla componente rivoluzionaria e nazionalista. Per queste ragioni la scelta del titolo della mostra "Filippo Corridoni il sindacalista rivoluzionario caduto per la libertà", ha invece voluto restare fedele ai due pilastri deI pensiero e dell'azione di Corridoni. Egli rimase infatti fedele per tutta la vita ai suoi ideali di sindacalista rivoluzionario; anche quando, con la sua scelta interventista nella prima guerra mondiale, ritenne di compiere un passo necessario per il bene dei lavoratori, volendo perseguire un progetto internazionale di pace sociale e di libertà…» Parlare dunque di Corridoni, a distanza di un secolo, ha senso perché la sua figura rappresenta i tormenti, le delusioni e le speranze di un'Italia che, a inizio '900, sta diventando un paese moderno. E che, come in tutti i processi di rapida trasformazione, conosce divisioni, contrasti, lacerazioni. Ma la sua esperienza richiama pure alcuni aspetti del mondo attuale. È infatti anche attraverso Corridoni che in Italia comincia ad affacciarsi quella critica serrata ai partiti che oggi chiamiamo ‘antipolitica’. Nel libro, studiosi di generazioni differenti si confrontano quindi su quei giovani dalla "coscienza ribelle" che insieme a Corridoni confluirono nel mondo sovversivo dell'epoca, per valutare cosa di quel periodo appare ancora vivo. «Partiamo dallo scenario in cui si inseriscono l'opera e la vita di Filippo Corridoni, un uomo nato nel 1887 e quindi appartenente a quella generazione inquieta che avrebbe dato vita alla stagione delle avanguardie artistiche e politiche di inizio secolo. Quali erano le ragioni di questa inquietudine così forte, così sentita, in ampi settori del mondo giovanile? Innanzitutto dobbiamo tener conto che il nostro paese stava conoscendo rapidissime, quasi vertiginose trasformazioni. (...) Il nostro paese, quindi, non era più soltanto il luogo in cui gli stranieri arrivavano "per curare la tisi", ma anche quello dove venivano a "imparare l'elettrotecnica; non solo per fare elemosine, ma - anche - per firmare contratti". Eppure, come contraltare a questa Italia attiva e dinamica, ce n'era un’altra dalla natura ben diversa. "C'è un 'Italia di fatti e una Italia di parole; una d'azione, l'altra di dormiveglia e di chiacchiera; una dell'officina, l'altra del salotto; una che crea, l'altra che assorbe; una che cammina, l’altra che ingombra. In Italia (abbiamo il coraggio di confessarlo) il parlamento è un'accademia lucrosa, i deputati sono cinquecento retori, i discorsi politici vaniloqui, ideologie, fraseologie. Noi non andiamo già avanti perché abbiamo ministri e impiegati; ma andiamo avanti malgrado i ministri e gl'impiegati. I nostri uomini politici non sono vele, né timoni, ma zavorra; impicciano non spingono né dirigono. Montecitorio è il più grave dei pesi italiani". Ecco le radici di quella corrente antipolitica che ha attraversato, a volte sotteraneamente, a volte in superficie, la nostra storia recente. E che si è sempre basata sulla distinzione tra un'Italia che lavora e un'Italia (la classe politica) che vive come un parassita sulle spalle della prima…»;

Riferito a

Una politica in crisi

Filippo Corridoni e l'Italia del '900

Angelo Ventrone (a cura di)
Year: 2017
Altre recensioni
  • 19/01/2018 - L'Intellettuale Dissidente - Vedi