Orizzonti della Marca
05/02/2021
«Funghi camerinesi. Nel Seicento»

Orizzonti con libri, «Speciale riviste», Orizzonti della Marca, p. 4

Andrea Ubrizsy Savoia, Federico Cesi. Linceo, Camerino e i funghi, in «Proposte e ricerche», anno XLII, n. 82, Eum edizioni, Macerata 2019, pp. 151-165.

Federico Cesi (1585-1630) fu scienziato naturalista, termine quanto mai appropriato nel secolo che fu di Galileo Galilei. Del celeberrimo fisico e filosofo della natura il Cesi ebbe l’opportunità di leggere “in anteprima” e di far copiare il manoscritto de «Il Saggiatore», come apprendiamo da una lettera del 28 gennaio 1623 inoltratagli dal cugino Virginio Cesarini. Federico Cesi passerà alla storia per essere stato il fondatore dell’Accademia dei Lincei, fondata a Roma nel 1603 insieme al fabrianese Francesco Stelluti, ad Anastasio de Filiis e a Jan van Heeck. Proposito dell’Accademia era quello di promuovere la rinascita degli studi naturalistici, che a quel tempo per più ragioni versavano in decadenza.
Sono noti i rapporti indiretti di Federico Cesi con Camerino, a quel tempo importante centro dello Stato della Chiesa. Tra 2002 e 2003, alla mostra «Il Trionfo del tempo», allestita presso il palazzo Fontana di Trevi a Roma, vennero esposti centocinquantasette manoscritti dell’Accademia nazionale dei Lincei. Nell’occasione demmo notizia dell’esposizione di un manoscritto acquerellato cui era stato attribuito il sommario titolo di «Stemmi di Camerino», copia degli Elogia commissionati da Giovanni Maria da Varano che decoravano le pareti della sala grande del Palazzo ducale, facente parte di un più ampio codice contenente notizie camerinesi di varia epoca. Ora però Andrea Ubrizsy Savoia, già docente di botanica presso l’Università La Sapienza di Roma, non nuova a studi camerti, ha individuato, nei tre volumi manoscritti dal titolo Fungorum genera et species [Generi e specie dei funghi], databili presumibilmente 1624 e conservati presso la Bibliothèque de l’Institut de France a Parigi, un collegamento diretto tra Camerino e il Cesi nelle ventuno tavole che riproducono e descrivono funghi che dalle annotazioni riportate con molta probabilità richiamano il territorio camerte. L’autrice si domanda su chi mai possa avere segnalato e recapitato al Cesi, che in quell’epoca viveva nel palazzo familiare di Acquasparta, funghi provenienti da Camerino. I “sospetti” ricadono su Francesco Moriconi di Apiro, suo segretario. Il saggio è peraltro ricco di richiami (pur con alcune date e circostanze da verificare) alla piccola capitale della Marca pontificia: dalla famiglia Monaldi, cui apparteneva il Ranieri Baschi del «sacco svevo» del 1259 ai cardinali Giori e Pierbenedetti, a Cesare Gherardi che di Camerino fu vescovo solo per un anno nel 1622.
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Riferito a

Proposte e ricerche n. 82

Luca Andreoni, Francesco Chiapparino, Maria Ciotti, Fabiano Compagnucci, Paolo Coppari, Augusto Ciuffetti, Marco Giovagnoli, Elisabetta Graziosi, Roberto Giulianelli, Gabriele Morettini, Marco Moroni, Natascia Ridolfi, Giuseppe Santoni, Ercole Sori, Laura Trucchia, Andrea Ubrizsy Savoia
Year: 2019
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