TECA
Di Maria Gioia Tavoni, TECA, volume XII, numero 6ns (dicembre 2022), pp. 148-149
Storia del libro e Bibliografia, anche nella nuova edizione di Granelli di senapa, si intrecciano e divengono entrambe postulati di «Storia editoriale», dove l'indagine si afferma e si completa nelle pagine introduttive, coniugate con i numerosi item e la vasta gamma degli indici in appendice.
La Prefazione di Rosa Marisa Borraccini è già una ‘succosa’ interpretazione che permette di spingerci alla lettura, confortati, in maniera esauriente, dalle ragioni e dagli itinerari, corsi e ricorsi del lavoro di Paola Zito, la quale definisce il proprio libro con l’ossimoro «definitivamente provvisorio». La scrittura di entrambe è talmente colta e piacevole che invita ad addentrarsi nello studio, anzi a non perderne neppure una riga, sebbene il terreno esplorato non sia di facile approdo.
La rivisitazione del poderoso impegno di ricerca, uscito nel 2008 in prima edizione presso Fabrizio Serra editore di Pisa-Roma, permette di avanzare ulteriormente nel percorso che Paola Zito illumina da decenni, conducendoci con raffinata sapienza lungo un arco temporale esteso e geograficamente ancor più vasto in quella biblioteca mistica e spirituale che venne proibita da interventi censori, poiché ispirata all’aragonese Miguel de Molinos. Si tratta di una produzione libraria rivolta a un pubblico vastissimo, con titoli di enorme successo che ha fatto lievitare fino al migliaio le edizioni, con tirature ragguardevoli di copie che si moltiplicano come granelli di senapa, appunto.
Scorrendo l’indice, meglio il sommario, si evidenzia immediatamente che l’opera non offre semplicemente un catalogo di peculiare bibliografia, bensì ne racconta «riflessi obliqui» attraverso tante professionalità che la interessano, quali traduttori, curatori, biografi e prefatori, fino alla proposizione dell’iconografia che viene a ragione definita come «altra traduzione». E dall’«interno dell’officina» tipografica si arriva agli apparati paratestuali, definiti con perspicua pregnanza «come in uno specchio». L’orizzonte dei fruitori chiude il cerchio della particolare storia editoriale, completato da una bibliografia impressionantemente estesa, dall’elenco delle illustrazioni e da un doveroso indice dei nomi.
Non sarà un caso se la prima nota del volume rimanda a un lavoro dell’autrice, ovviamente riguardante sempre i ‘granelli di senapa’, ancor più risalente (2005). Non sarà un caso se le fonti catalografiche riempiono ben dieci pagine del libro (pp. 51-60), chiamando in elenco non solo le miniere di conservazione italiane, ma anche diverse istituzioni straniere di area germanica, inglese, francese, svizzera, spagnola, russa, olandese, irlandese, canadese, americana, per citare solo le principali. Insomma, una copertura straordinaria, di cui si fatica a immaginare l’opera di compulsazione, che allinea settantacinque notizie bibliografiche sullo «scaffale della biblioteca proibita».
Le notizie sono valorizzate da indici che le interrogano, le descrivono più approfonditamente, le attraversano e le accorpano intorno a nuclei di estremo interesse: per luoghi e tipografi/librai/editori, cronologico, per formati (8° e soprattutto 12° fanno la parte dei leoni). Particolarmente preziosi l’indice «degli autori di contributi secondari (curatori, prefatori, traduttori, incisori e disegnatori)» e «dei/delle dedicatari/ie», da cui emerge che la disamina de visu delle unità bibliografiche non ha lasciato nulla di intentato. Ancor più apprezzabile l’indice «delle provenienze e dei possessori», che, accanto a monasteri, conventi, abbazie, collegi, oratorî, seminari e orfanotrofi, contempla anche biblioteche e privati.
Il contributo delle EUM-Edizioni dell’Università di Macerata, per molti anni dirette da Rosa Marisa Borraccini, concorre all’eleganza del testo e invita a «guardare le figure», molto nitide sebbene di piccole dimensioni.
https://teca.unibo.it/;
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