Simona Antolini, Professore Associato di Storia Romana e di Epigrafia Latina (Università di Macerata), è Delegata del Rettore per la Univeristy Press (EUM - Edizioni Università di Macerata). I suoi principali interessi di ricerca sono: l’epigrafia greca e latina di Roma, Italia e province romane (Sicilia, Creta e Cirene, Dalmatia, Epiro), la romanizzazione, la municipalizzazione e l’acculturazione nell’Italia antica e nelle province romane orientali; le collezioni epigrafiche e il fenomeno della falsificazione, la Public History.
Arianna Fermani insegna Storia della Filosofia Antica all’Università di Macerata. Tra i suoi libri: Vita felice umana. In dialogo con Platone e Aristotele; Aristotele e l’infinità del male; Aristotele e il giudizio etico: distinguere il bene e il male per divere felici. Ha tradotto integralmente le Etiche, i Topici e le Confutazioni sofistiche di Aristotele.
Matilde Morrone Mozzi, di formazione junghiana, è stata docente di Psicologia dello sviluppo e di Psicopatologia dello sviluppo presso le Università degli Studi di Macerata e Urbino. È autrice di vari testi.
Nel corso dell'incontro, saranno presentati anche i libri:
Bestiario. Libro degli animali simbolici in C.G. Jung di Matilde Morrone Mozzi: il Bestiario intende avvicinarsi agli animali descritti nell’opera di C.G. Jung come «il massimo sistema simbolico della coscienza umana dal tempo della preistoria». Lungo questo ricercare il contenuto prende a poco a poco il colore prezioso delle cose tramandate, si compone con le immagini della mitologia, si confonde con le leggende e i sogni. Le parole chiedono agli animali, anche a quelli più tenebrosi, di venire alla luce, persuadendoli ad uscire dal secolare silenzio e offrendo loro modalità espressive: modi di darsi un’immagine attraverso la parola che evoca e attinge ad un immaginario che contiene il passato e dal passato è attivata.
Vita felice umana. In dialogo con Platone e Aristotele di Arianna Fermani: il saggio si propone di riflettere sul modello classico del bios teleios, cioè della felicità della vita nella sua totalità, cercando di mostrare come il dialogo con gli antichi fornisca ancora “utili” schemi concettuali. Più in particolare si cerca di mostrare come il confronto con le riflessioni etiche di Platone e Aristotele permetta di dipanare i numerosi fili che costituiscono la trama di ogni esistenza umana (come i dolori, i piaceri, l’ampia gamma di beni e di risorse che la costituiscono), e di individuare alcuni rilevanti nodi concettuali (tra cui, ad esempio, quello di “misura”) che costituiscono la semantica della nozione di eudaimonia. Il modello antico di eudaimonia come eu prattein, inoltre, cioè come capacità strategica di “giocar bene”, sembra risultare particolarmente fecondo, invitando ad interrogarsi sulle modalità di attuazione della vita felice e sulla gestione di tutto ciò che ad ogni esistenza si offre per una “prassi di felicità”.
La locandina dell'incontro
