Aevum
09/02/2017
di Mirella Ferrari, Recensioni e annunzi bibliografici, Aevum, 90, 2016, fasc. 3, pp. 736-738

L’autore ha riunito qui dodici contributi, pubblicati fra il 1989 e il 2013, rivolti a onorare persone che hanno dedicato la vita alla ricerca o alla trasmissione della cultura. Sono pagine di natura molto diversa, dalla discussione di particolari aspetti dei loro studi, a ricordi formali in sedi pubbliche, a ritratti più personali. La Premessa (pp. 9-13) fornisce informazioni bibliografiche: notizie su ristampe delle loro opere, su altre commemorazioni o profili, su libri a stampa o siti dove ne sia stata pubblicata la bibliografia degli scritti. L’Indice dei nomi di persona e delle cose notevoli (pp. 181-89), strumento fondamentale per l’utilizzazione delle opere filologiche, serve per chi si accosta a questo libretto di Avesani come a una fonte di informazioni sulla storia degli studi nel secolo XX e ne marca il genere letterario: quello erudito, in linea con gli interessi di tutte le persone oggetto dei singoli capitoli, anche se in discipline molto diverse, dal medioevo latino, alla filosofia, alla storia della Chiesa.
Il ‘filo rosso’ però che lega tutti ad Avesani è l’amicizia, più o meno lunga e intima, ma sempre essenziale: come quella, basata su comunanza di ideali e sostenuta da rarissimi incontri diretti, con Federico Codignola (scomparso a 65 anni il 4 ottobre 2011; pp. 171-73), editore per tutta la vita, dapprima per tradizione familiare a La Nuova Italia, e accostato da Avesani quando nel 1994 acquisì le Edizioni di Storia e letteratura, allora in difficoltà finanziarie, con l’obbiettivo di di salvare e continuare il progetto culturale del fondatore don Giuseppe De Luca. All’orbita di Storia e letteratura appartengono Nuccia De Luca (1916-2007; pp. 157-61), la sorella di don Giuseppe, grande sostegno di lui in vita e colonna delle Edizioni dalla sua morte (1962) al 2007, e Romana Guarnieri (1913-2004; pp. 163-69), che da una provenienza lontana per formazione e religiosità approdò al mondo cattolico romano di don Giuseppe e dopo di lui fu rigorosa direttrice dell’«Archivio italiano per la storia della pietà».
All’università e al settore medievistico appartengono i colleghi di Avesani alla Sapienza di Roma, Vincenzo Licitra (1918-1994; pp. 151-56) e Giulio Battelli (1904-2005; pp. 85-92); e, amico di una vita, Giovanni Orlandi (1938-2007; pp. 115-49), di cui Avesani ricorda i progetti di ricerca, il metodo e i risultati, i legami con Ezio Franceschini, il fine senso dell’humour. L’unico capitolo dedicato dedicato a una persona che al momento della scrittura era vivente è l’elogio, pronunciato nel 1989 in occasione della laurea honoris causa conferitagli dall’università di Roma, di Paul Oskar Kristeller (1905-1999; pp. 107-13): stante la sede e la circostanza, è di tono accademico e presenta in estrema sintesi la carriera scientifica e di docenza del festeggiato; non vi poteva mancare la menzione dei volumi in cui le Edizioni di Storia e letteratura stavano raccogliendo scritti sparsi di Kristeller: due volumi già usciti nel 1989, che sarebbero divenuti alla fine quattro. Questo riconduce in qualche modo Kristeller all’alveo delle ricerche promosse da don Giuseppe De Luca e, in particolare, a quel gruppo di studiosi, ‘allievi’ di don Giuseppe, che diedero vita a «Italia medioevale e umanistica», soprattutto Augusto Campana e Giuseppe Billanovich, il quale fu molto in amicizia con Kristeller.
A Billanovich (1913-2000; pp. 93-105) è dedicata la testimonianza di amicizia personale, che coinvolge anche il fratello Guido Billanovich (1919-2006); omaggio alla statura intellettuale e umana è espresso per entrambi. Accanto ai due compare Augusto Campana (1906-1995), che Avesani ebbe guida e compagno per lungo consorzio di studi e di parentela acquisita, ed è protagonista di tre capitoli. Uno tratta della sua straordinaria competenza e amore per i libri, di tutti i tipi (pp. 15-31); il secondo delinea il paesaggio culturale in cui si mosse Campana giovane, in Romagna, e il magistero non accademico da lui svolto lì (pp. 33-62), magistero che domina anche nel capitolo per Enzo Pruccoli (1948-2011; pp. 175-79). Pruccoli, discepolo e amico devoto di Campana dalla fine degli anni Settanta, lavorò infaticabilmente a curarne la raccolta di Scritti presso Storia e letteratura, arrivando a vedere la pubblicazione del primo tomo nel 2008, mentre altri volumi sono usciti successivamente o sono ancora attualmente in corso di stampa, e fu custode della biblioteca del maestro che riuscì infine, tramite la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, a far confluire (nel 2012 con successo postumo, dopo la sua morte prematura) nella Biblioteca Civica Gambalunga. Il terzo capitolo per Campana (pp. 63-84), benché sostenuto da puntuali note bibliografiche, ha il tono di un racconto, proietta l’immagine di Campana riflessa dai ricordi degli amici, con un alone mitico, e si intitola infatti La leggenda del Beato Nino: ben rende il senso dell’incredibile ammirazione, rispetto e affetto che Campana riusciva a suscitare.;

Riferito a

Per doverosa memoria

Campana, Battelli, Billanovich, Kristeller e altri amici

Avesani Rino
Anno: 2015
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