Esperienze letterarie
20/09/2016
Di Rosa Marisa Borraccini, «Esperienze letterarie», 2, 2016, pp. 156-158

L’university press dell’Ateneo maceratese rende omaggio a Rino Avesani – che dal 1970 al 1976 vi ha operato come professore di Letteratura umanistica e di Paleografia e Diplomatica e, negli ultimi due anni, come Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia – ripubblicando in forma unitaria i profili commemorativi di alcuni illustri studiosi che hanno caratterizzato un settore di studi e segnato un’epoca nella seconda metà del Novecento. Nel volume, infatti, sono raccolti i ricordi dei maestri e degli amici che, alla loro scomparsa, Avesani ha pubblicato e che ora sono riproposti nell’intento di far sì che non si perda la memoria della loro lezione scientifica e del loro tratto umano.
I primi tre capitoli sono dedicati ad Augusto Campana, di cui sono evidenziati in particolar modo la figura di inesausto ricercatore, talora spericolato negli accertamenti epigrafici; l’amore per il libro inteso, da precursore, nella doppia valenza di veicolo di idee e di oggetto materiale; la grande disponibilità con cui metteva a disposizione di quanti a lui si rivolgevano la sua sovrana competenza paleografica e la sconfinata erudizione. Di Giulio Battelli è noto come il suo insegnamento abbia segnato un’epoca alla Scuola Vaticana di Paleografia, Diplomatica e Archivistica, e come le sue Lezioni di paleografia abbiano largamente superato le mura vaticane e i decenni dalla prima edizione nel 1949; collocato a riposo dall’Amministrazione pontificia, fu professore di Paleografia e Diplomatica prima all’Università di Macerata e successivamente all’Università di Roma “La Sapienza”.
Di Giuseppe Billanovich è agevole ricordare come, fatta cordata con Augusto Campana, Carlo Dionisotti e Paolo Sambin, abbia dato vita a «Italia medioevale e umanistica», l’annuario che, con il supporto dell’Editrice Antenore di Padova, ha sostenuto la potente forza innovatrice con cui Billanovich ha imposto nell’università italiana la nuova disciplina che è la Filologia medioevale e umanistica. Con non minore energia Paul Oskar Kristeller, professore di Filosofia nella Columbia University, oltre a numerosi contributi sulla cultura dell’Umanesimo, ha fornito importantissimi strumenti di ricerca: ogni studioso di manoscritti conosce almeno i sette volumi del suo Iter Italicum.
A una generazione successiva appartenne Giovanni Orlandi, professore di Letteratura latina medioevale all’Università Statale di Milano, impegnato nella preparazione, nell’avvio e per vari anni nella cura di «Medioevo Latino». Strappato troppo presto agli studi, ha lasciato contributi, specialmente di filologia mediolatina, che sono pietre miliari nello sviluppo della disciplina. Diversa la fisionomia culturale di Vincenzo Licitra, particolarmente interessato all’edizione di testi inediti e, dopo il conseguimento della libera docenza, docente di Letteratura latina medioevale all’Università di Macerata; si deve a lui la ripresa degli «Studi medievali», la rivista destinata ad assumere grande prestigio tra i medievalisti, che, dopo il primo volume del 1952, aveva cessato le pubblicazioni.
Usciamo dall’ambiente universitario con Maddalena De Luca (zia Nuccia), sorella di quella straordinaria figura di sacerdote lucano che fu don Giuseppe, fondatore delle Edizioni di Storia e Letteratura e dell’Archivio italiano per la storia della pietà: vissuta sempre all’ombra del fratello, dopo la morte di lui e con l’aiuto di amici non comuni, mandò avanti per decenni le due iniziative. Soprattutto per l’Archivio ebbe l’aiuto straordinario di Romana Guarnieri, donna di ampia cultura e di forte determinazione, convertita al cattolicesimo da don Giuseppe e sempre al suo fianco finché visse. Negli anni della crisi editoriale, le Edizioni, e quindi anche l’Archivio, passarono ad altra mano che fortunatamente fu quella di Federico Codignola il quale, con generosa signorilità, rese quanto più possibile indolore il passaggio delle consegne e in nulla cambiò la linea editoriale voluta dal fondatore.
L’ultimo profilo del gruppo di amici è dedicato al romagnolo Enzo Pruccoli, uomo di carattere e di vaste conoscenze: presto approdato all’amicizia di Augusto Campana, ebbe per lui devozione filiale e, soprattutto dopo la morte, si impegnò con tutte le forze per valorizzarne l’opera scientifica. Per suo tramite la ricca e preziosa libreria e le carte di lavoro di Campana furono acquisite nel 1998 dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini. L’anno successivo Pruccoli allestì presso la sede della Fondazione una esposizione di libri scelti e, insieme a Chiara Giovannini, ne ha redatto il catalogo accurato: La biblioteca di uno studioso romagnolo. Annotazioni e divagazioni su alcuni libri di Augusto Campana.
Il volume di Avesani si apre con una Premessa (pp. 9-13) in cui vengono ribadite le ragioni, per più versi condivisibili, della ristampa di queste testimonianze con le quali si intende rispondere « primariamente al dovere di non dimenticare, all’intenzione di favorire il ricordo di quanti sono stati maestri nella ricerca […]. Non è un’occasione per ringiovanire questi scritti, che, con qualche minimo aggiustamento, vengono riproposti come apparvero al tempo loro anche perché di quel tempo testimonino ». Seguono utili aggiornamenti bibliografici dei singoli profili e, a conclusione, un ricco e parimenti utile Indice dei nomi di persona e delle cose notevoli.;

Riferito a

Per doverosa memoria

Campana, Battelli, Billanovich, Kristeller e altri amici

Avesani Rino
Anno: 2015
Altre recensioni
  • 26/04/2018 - Studi Medievali - Vedi
  • 03/07/2017 - Res publica litterarum - Vedi
  • 09/02/2017 - Aevum - Vedi
  • 08/02/2017 - L'Almanacco bibliografico - Vedi