Nuovi Annali
Di Maria Gioia Tavoni, «Nuovi Annali», anno XXV, 2021, pp. 325 - 326
Il volume si apre con la bibliografia di Rosa Marisa Borraccini, curata da Monica Bocchetta, che, oltre a mettere in luce la complessità dei suoi studi e la loro molteplicità, permette soprattutto di conoscere tutti i settori bibliografici in cui la festeggiata si è cimentata, armonicamente fusi con le finalità che i tre curatori si sono dati, tessendo l'ossatura di questa meritoria pubblicazione.
In linea con l'articolazione del volume è il saggio introduttivo di Alfredo Serrai, il quale, da par suo, ha elegantemente affrontato il concetto di cultura anche nella sua fusione con i beni librari, meritorio preambolo del nesso che congiunge fra loro tutti gli interventi.
Notevole è il profilo di Rosa Marisa Borraccini, steso da Giovanna Granata, che ci ha offerto, della studiosa, materiale non da tutti conosciuto, e svela un quadro di vita vissuta nella pienezza dei valori etici e scientifici che hanno sempre connotato il suo sentire fin da quando, giovane, si è formata in biblioteca. Le biblioteche erano infatti un bacino allora privilegiato, da cui attingere forza lavoro, personale qualificato, e che, negli anni Settanta e nel decennio successivo, permise di poter formare all'interno delle istituzioni un personale idoneo anche per la docenza, come fu nel caso della Borraccini. E se, dapprima, la studiosa svolge il suo apprendistato in biblioteca, non la si creda solo ancorata a lavori repertoriali, importanti ai fini della ricerca e resi meno aridi proprio in quegli anni di amalgama catalografico. La Borraccini ha iniziato fin da subito a scavare fra le carte d'archivio e, grazie al background di forte cultura che le proviene dal rigore della scuola filologica del suo maestro Rino Avesani, del quale è restata sempre amica devota, ha saputo e potuto coniugare insieme nella sua interpretazione, il dato storico con quello bibliografico nell'accezione più lata del termine. Ciò che con qualche difficoltà si coglie dalla bibliografia, si rileva, dunque, appieno, nel profilo steso dalla Granata, che non tralascia di far riferimento a tutti i più importanti studi della Borraccini, non unicamente quelli della gioventù, ma cogliendo l'ampio spettro delle sue ricerche che vedono un approdo negli studi confluiti nella RICI (Ricerca sull'Inchiesta della Congregazione dell'Indice). La Borrraccini non si è tuttavia arrestata a quel traguardo, ma ha aperto altre strade di ricerca, tutte di pregnante significato, e anch'esse modelli per le allieve, studiose fra le quali considero pure la Granata con la quale ha lavorato, e diverse altre che ne continuano e continueranno gli studi, come accade con i veri maestri.
Ho introdotto il termine ‘nesso’ e mi spiego meglio, dicendo che ho avvertito nella struttura dei saggi e nella loro articolazione, un legame, ovvero un nesso, captando la terminologia dalla scienza archivistica. Ed è infatti in senso archivistico, che i contributi del libro sono legati uno all’altro, sia che trattino argomenti in armonia con le tesi espresse dai lavori della Borraccini, o siano una continuazione di alcune strade aperte sempre da lei, vera maestra degli studi bibliografici in tutti gli anfratti dello studio dei libri. Basterà infatti guardare attentamente il Sommario del volume, chiamato a mio parere in modo errato Indice, per rendersi conto, dai titoli parlanti, quali i saggi in continuazione degli studi della festeggiata, e quali invece le novità di ricerca. La stessa disposizione dei vari titoli nell’Indice non segue un ordine alfabetico, ma per argomenti. Basti un solo esempio: il saggio di Lorenzo Baldacchini che è un cammeo, in continuazione di uno studio proprio della Borraccini, e quello che invece segue suoi campi di ricerca, come l’intervento di Paolo Tinti, con la ricerca sulla biblioteca di un cardinale del Settecento, i cui libri sono convenuti in una sede religiosa, con trascritta la lista da documenti originali.
La Borraccini continua a produrre con intensità, pur essendo curatrice insieme a Valentina Sestini del ‘dono’ lasciato in eredità di Marco Santoro, la rivista «Paratesto», da lui fondata e che mi ha visto condirettrice, e per chi la guida oggi, un onore certo non di poco conto.
Da sempre ricercatrice, la Borraccini, lo è stata anche quando ha ricoperto prestigiosi incarichi, quale il ruolo di prorettore dell’Università di Macerata dal novembre 2010 all’ottobre 2016, e rivestendo, dal gennaio 2018 al febbraio 2021, la carica di presidente della Società italiana di scienze bibliografiche e biblioteconomiche (SISB), dopo esserne stata vicepresidente nel triennio 2015-2017. E non va dimenticata la solerzia e la laboriosità con cui ha guidato la EUM, casa editrice dell’ateneo maceratese, che ha accolto con favore il libro in suo onore. Sono stati compiti molto gravosi che la Borraccini ha portato avanti con il suo consueto impegno, senza mai tralasciare la ricerca né archivistica né bibliografica.
Resta il dispiacere di chi scrive per non aver partecipato a questo doveroso omaggio, una Festschrift fra le migliori dedicate a veri maestri. Pochi erano i miei saggi nell’ambito delle biblioteche religiose in cui avrei voluto collocare il mio intervento, e poco il tempo che mi era stato concesso per la consegna di un lavoro nuovo e oneroso per la ricerca. Ma se avrò l’onore di fare con Marisa un saggio a quattro mani, come vivamente spero, potremo insieme parlare de L’Enfer in Paradiso, l’intervento che avrei voluto dedicarle, al posto della plaquette con cui la ho omaggiata nello stesso modo di un’altra insigne studiosa, Anna Giulia Cavagna, che è stata onorata, come merita, da molti colleghi con la miscellanea Itinerari del libro nella storia, uscita nel 2017 a cura di Francesca Nepori, Fiammetta Sabba e Paolo Tinti.;
Riferito a
Libri, biblioteche e società
Studi per Rosa Marisa Borraccini
Alberto Petrucciani, Valentina Sestini, Federico Valacchi (a cura di)
Anno: 2020
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