Recensione di Chiara Roberta Deidda, allieva della Scuola di Studi Superiori Giacomo Leopardi - Università di Macerata
l volume “Libri, biblioteche e società. Studi per Rosa Marisa Borraccini" curato da Alberto Petrucciani, Valentina Sestini e Federico Valacchi ed edito per EUM nel 2020, è costituito da una miscellanea di ventisette contributi scritti da colleghi ed allievi di Rosa Marisa Borraccini, preceduti da una premessa e dalla bibliografia della studiosa.
Attraverso esso si cerca di ripercorrere la varietà di interessi e di ambiti di studio della maestra, collega e amica, evidenziando anche l’impegno e il costante interessamento verso la ricerca scientifica e la formazione, senza porre in secondo piano i suoi valori umani e il profondo attaccamento verso le Marche, sua regione natale e spesso oggetto privilegiato di studio. Una costante dedizione rivolta alla crescita della società contemporanea anche testimoniato dall'assegnazione del premio Fornarina di San Ginesio nel 2012, quale riconoscimento di virtù femminile nell’ambito sociale.
Rosa Marisa Borraccini, come introdotto nella premessa curata da Petrucciani, Sestini e Valacchi, oltre ad essere stata prima bibliotecaria e dopo docente di “Scienze del libro e delle biblioteche” presso l’Università di Macerata, ha rivestito ulteriori ruoli preminenti sempre presso la stessa come quello di prorettrice dell’ateneo dal 2010 al 2016 e di presidente della casa editrice dell’Università di Macerata (CEUM) dal 2011 al 2018. Peraltro dal 2018 al 2020 è stata presidente della Società Italiana di Scienze Bibliografiche e Biblioteconomiche (SISSB).
Dopo la breve prefazione, si può ritrovare una parte dedicata alla bibliografia di Rosa Marisa Borraccini curata dall’allieva Monica Bocchetta che testimonia, attraverso la suddivisione delle pubblicazioni in sette macrosettori, la lunga ed intensa attività di ricerca scientifica. Ad esso segue il contributo di Alfredo Serrai attraverso cui si cerca di riflettere sulla definizione di cultura e di conseguenza su quella di beni culturali. Un’introduzione imprescindibile per un volume intitolato ai libri e alle biblioteche, da cui poi si può procedere delineando, con il contributo di Giovanna Granata, le principali ricerche di Borraccini tra storia del libro e storia delle biblioteche in pieno dialogo con la società, che saranno il filo conduttore degli interventi successivi dedicati alla studiosa. Un contesto di analisi, ricerche e studi esteso sia nel tempo che nello spazio coinvolgendo un ampio ventaglio di agenti che partecipano alla trasmissione della conoscenza. Si possono individuare molti interessi maturati nel corso del tempo tra cui figurano, in una prima fase, quelli relativi allo studio dell’istituzione scolastica, intesa anche come “motore propulsore” della cultura all’interno di un territorio.
Nell’ambito della formazione, tema come già detto molto caro a Borraccini, Antonella Trombone e Simona Turbanti riflettono ed esaminano il “Dottorato di ricerca in Scienze del libro e del documento”, istituito dall’Università di Roma la Sapienza nel 2007, del cui Collegio docenti l’omaggiata ha fatto parte fin dall’inizio.
Indubbiamente anche gli istituti bibliotecari nelle loro varie sfaccettature rientrano a pieno titolo negli interessi e negli ambiti di ricerca di Borraccini. Proprio per questo motivo, e soprattutto per la fondamentale partecipazione della studiosa al progetto di ricerca sull’ Inchiesta della Congregazione dell’Indice, Roberto Rusconi le dedica un contributo che mette in evidenza l’importanza svolta dall’ Index librorum prohibitorum, pubblicato da papa Clemente VIII nel 1596, nella ricostruzione del patrimonio librario appartenente al clero regolare e andato disperso con la soppressione degli ordini religiosi. Sempre inerente alle biblioteche di origine ecclesiastica ritroviamo le ricerche di Paolo Tinti, Vincenzo Trombetta e Flavia Bruni. Il primo mette in luce le volontà testamentarie del cardinale Fortunato Tamburini le quali prevedevano la donazione della sua biblioteca al monastero di San Pietro di Modena dopo la sua morte che avverrà nel 1761. Il secondo, invece, si focalizza sulle requisizioni del patrimonio librario appartenente alle comunità monastiche e conventuali del Regno di Napoli, avvenute tra il 1806 e il 1815. Infine, Bruni analizza l’esempio dell’inventario della biblioteca aretina dei Servi di Maria di San Pier Piccolo al fine di riflettere sulle modalità sia di gestione che di accesso alle risorse bibliotecarie in età moderna.
Per ciò che concerne le biblioteche private si può individuare lo studio di Fiammetta Sabba riguardante la biblioteca Cardelli di Roma, attiva nel diciottesimo secolo ma oggi dispersa, le cui notizie sono emerse grazie alla memoria della marchesa Giustina Pianetti Cardelli.
Altri significativi contributi riguardano le biblioteche pubbliche e si concentrano, nel caso di Alberto Petrucciani, sugli accessi e sui prestiti effettuati dal poeta Dino Campana presso le biblioteche di Bologna, in particolare quella universitaria, durante i suoi studi di chimica. Per quanto riguarda quello di Chiara Faggiolani, il focus viene posto sulla costituzione della biblioteca pubblica “Luigi Einaudi” nel comune di Dogliani da parte dell’editore Giulio Einaudi, in linea con la rilevanza riconosciuta alla lettura e ai libri. Sempre riguardo le biblioteche non si possono non segnalare gli studi di Giovanni di Domenico, Giovanni Solimine, Enrico Pio Ardolino e Giancarlo Petrella. Mentre il primo evidenzia la necessità di rendere le biblioteche accessibili e inclusive, il secondo analizza le funzioni che le biblioteche universitarie e i loro servizi rivestono attualmente nella vita di coloro che svolgono attività di studio e di ricerca e in che modo potrebbero divenire meno marginali. Ardolino si sofferma sulla figura di Augusto Campana, bibliotecario e docente che si preoccupò anche di organizzare nel 1954 il primo “Convegno internazionale di storia delle biblioteche”.
Ed infine Petrella che, attraverso un carteggio, ricostruisce i rapporti intrattenuti tra l’antiquario Tammaro de Marinis e Giuseppe Agnelli, direttore della biblioteca Ariostea, che concernono alcune trattative per lo scambio e la donazione di libri riguardo lo stesso istituto culturale ferrarese.
Numerosi sono anche i contributi dedicati alle ricerche inerenti la produzione libraria e le vicende tipografiche, tenendo anche in considerazione gli elementi testuali e paratestuali. A tal proposito si ritrova la ricerca di Edoardo Barbieri e Luca Rivali concernente la “mise en livre” del Cornu Copiae di Niccolò Perotti nelle svariate edizioni dell’editore-tipografo Giovanni Tacuino tra fine del XV secolo e inizi del XVI, attraverso anche un confronto con quelle di Aldo Manuzio. Oppure l’intervento di Lorenzo Baldacchini relativo allo studio del Lauretanae Virginis Historia di Girolamo Angelita a partire da un’indagine eseguita sull’iniziale xilografica posta sotto la dedica. Non meno importante quello di Monica Bocchetta concernente una ricerca condotta nei confronti della tipografia anconetana del XVI secolo e nello specifico le vicende che, a tal proposito, crearono un nesso tra le aziende di Gennaro Fagnolis, Francesco Calcagni e Francesco Salvioni. Altrettanto interessanti sono gli studi di Angela Nuovo, relativi alla complicata vicenda tipografica della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, quello di Valentina Sestini che delinea le istruzioni di stampa emanate a Roma nel XVII secolo dal domenicano Giovanni Maria Guanzelli, detto Brisighella, al fine di monitorare e censurare la produzione libraria della post-Controriforma. Sempre nello stesso ambito si individuano i contributi di Paola Zito e di Federica Formiga. Mentre il primo si preoccupa di ricercare le occorrenze del termine “speculum” e delle sue varianti in volgare nella produzione editoriale tra XV e XVII secolo e nelle raccolte librarie religiose di quel periodo, il secondo invece, evidenzia il ruolo preminente che ricoprirono l’attività tipografica e le accademie tra il 1768 e il 1797 per favorire lo sviluppo dell’agricoltura all’interno dello Stato Veneto.
Ancora attorno all'universo librario si possono ritrovare anche gli studi di Gianfranco Crupi e quelli di Stefano Gambari in sodalizio con Mauro Guerrini. Rispettivamente il primo riguardo il particolare genere librario dell’“album amicorum” ed il secondo rispetto all’importanza delle due antologie di letteratura italiana - Extracts from the Italian Prose Writers e Stories from Italian Writers - realizzate da Antonio Panizzi, docente di letteratura italiana presso la London University.
Tenendo in considerazione l’interdisciplinarietà degli interessi di Rosa Marisa Borraccini, caratterizzati da uno sguardo rivolto anche verso altri campi di ricerca tra cui per esempio l’archivistica, ritroviamo i contributi di Pierluigi Feliciati e Federico Valacchi. Nel primo caso ci si focalizza sulla trasformazione degli archivi amministrativi e della relativa gestione a seguito dell’unificazione italiana, identificando il caso parmense come esemplare. Nel secondo caso, invece, si evidenzia l’importanza e la complessità della comunicazione archivistica. Un’attività che potrebbe essere condotta anche attraverso l’immaginazione, come testimoniato per esempio da Le avventure di Archinia.
E per ultimi, ma non per importanza, non possono non essere menzionati i contributi di Maurizio Vivarelli e quello di Paola Castellucci. Il primo esamina in che modo la lettura può essere analizzata ed interpretata utilizzando per esempio i dati provenienti dal social reading Anobii, focalizzandosi in questo caso sul libro Gomorra di Roberto Saviano. Infine il secondo riflette sui metodi di valutazione della ricerca, proponendo una “visione romantica" del giudizio concentrandosi, a tal proposito, sull’analisi della Visione del Giudizio di Lord Byron .
In conclusione, “Libri, biblioteche e società. Studi per Rosa Marisa Borraccini" rappresenta un fondamentale riconoscimento e tributo alla straordinaria e trasversale carriera ed attività di ricerca della prof.ssa Borraccini. Un’attività professionale e una personalità caratterizzata, come affermato nella premessa dell’opera e attestato dalla varietà dei contributi che compongono questo pregevole e interessante volume a lei dedicato, da una “costante apertura verso il mondo” e da una profonda devozione nei confronti dei libri.
E d’altronde in che modo rendere onore a Rosa Marisa Borraccini se non attraverso un libro?
Chiara Roberta Deidda;
Riferito a
Libri, biblioteche e società
Studi per Rosa Marisa Borraccini
Alberto Petrucciani, Valentina Sestini, Federico Valacchi (a cura di)
Anno: 2020
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