Rivista di storia del diritto italiano
di Francesco Campobello, anno LXXXV, vol. LXXXV, Rivista di storia del diritto italiano, Fondazione Sergio Mochi Onory per la storia del diritto italiano, Roma, 2012, Bollettino bibliografico 85, pp. 521-523
Il Curatore nell’introduzione spiega chiaramente l’intento dell’opera: «la presente indagine [...] ha come tratto specifico quello di tentare di legare gli orientamenti culturali e politici che segnano il diritto ecclesiastico italiano al processo con cui si afferma e si consolida lo Stato nazionale [...] una particolare attenzione [...] è stata riservata alle fasi relative al passaggio dall’universalismo del diritto canonico all’affermarsi di un autonomo diritto ecclesiastico dello Stato». Il testo, collettaneo, raccoglie numerosi interventi che pur partendo da luoghi, persone e contesti differenti hanno il dichiarato scopo d’integrarsi l’un l’altro per contestualizzare e descrivere la nascita del diritto ecclesiastico.
Dapprima vi sono quattro articoli che descrivono alcuni 'momenti' di svolta nell’evoluzione della disciplina. Le premesse della nascita del diritto canonico, la sua trasformazione, a partire dal medioevo sino all’antico regime: lo sviluppo nei secoli XIX e XX del diritto ecclesiastico esaminato anche tramite la manualistica ed il dialogo tra questa e le dottrine dello "ius civile" ottocentesche. Seguono le analisi dei grandi temi del rapporto tra Stato e Chiesa viste nelle figure di Francesco Filomusi Guelfi, Santi Romano, Giuseppe Dossetti, Antonio Moroni.
Il primo 'momento', di Orazio Condorelli, Intorno al concetto giuridico di tolleranza religiosa (tra medioevo e antico regime), ricostruisce la nascita e l’evoluzione della tolleranza nella religione medievale. Nel secondo 'momento', La nascita del diritto ecclesiastico, Silvio Ferrari, compie un’analisi circa i tempi e i modi della nascita di una nuova disciplina individuandone l’origine – la peculiarità – nel diritto canonico, impostando la riflessione non tanto sulla indicazione terminologica di ciò che si insegnava dalle cattedre universitarie quanto sui contenuti e le impostazioni giuridici. Contenuti che sono anche l’oggetto del terzo 'momento' di Franco Edoardo Adami, La manualistica italiana di diritto ecclesiastico fra fine ’800 e inizi ’900. Lo studio si è concentrato sui lavori manualistici di Ruffini e Scaduto, senza peraltro tralasciare di commentarne numerosi altri. Si prende atto della inevitabile e profonda influenza della dottrina tedesca nel nuovo diritto italiano, pur evidenziando le novità e le differenze del diritto ecclesiastico italiano. Il quarto 'momento' Il contributo della scienza civilistica alla nascita del diritto ecclesiastico italiano, di Antonio Fucillo, ripropone il tema delle origini del diritto ecclesiastico attribuendo un ruolo decisivo al diritto civile. Il tema dell’origine civilistica, mai abbastanza sottolineato, viene ripercorso a partire dai settori della persona e del patrimonio per finire con il rapporto tra religione e società.
Il periodo affrontato con I rapporti tra Stato e Chiesa nel pensiero di Francesco Filomusi Guelfi da Giuseppe Dalla Torre è, nel volume, «un momento di discrimine tra vecchio, ormai tramontato, e nuovo in fase di costruzione» tra gli ordinamenti pre-unitari e il nuovo liberalismo dell’Italia unita. I rapporti auspicati tra Stato e Chiesa, in quei giuristi cattolici e liberali come Filomusi Guelfi, erano «di una separazione non conflittuale [...] idonea ad assicurare l’autonomia della Chiesa e la sovranità del pontefice». Siamo già nel primo Novecento con Santi Romano e la scienza ecclesiastica. Attualità ed inattualità del modello teorico, di Roberto Mazzola. La dialettica tra lo Stato e la Chiesa «muta registro», perde quel connotato, tipico del XIX secolo, ideologicopolitico e si asetticizza. Al di là delle impostazioni storiche si pone il problema di come oggi, in un mondo di pluralità religiosa e di intese, si possano utilizzare alcune delle costruzioni teoriche di Santi Romano nei rapporti tra lo Stato e le organizzazioni religiose.
Sulla ricostruzione della nuova Italia, repubblicana e laica, si concentra il lavoro di Paolo Cavana, Diritto e politica ecclesiastica nel contributo costituente di Giuseppe Dossetti. In esso si affronta l’apporto del giurista democristiano alla definizione dei rapporti tra Stato e Chiesa nel nuovo contesto costituzionale. Il richiamo ai Patti Lateranensi, l’impostazione concettuale e giuridica del moderno rapporto tra Stato e Chiesa furono il frutto, in larga parte, dei suoi articolati interventi nella Assemblea costituente, facendo di lui «il principale artefice» dell’articolo 7 della Costituzione. L’ultimo intervento, di carattere biografico, è dedicato alla figura di un maestro dell’Università di Macerata. Giuseppe Rivetti con Attilio Moroni. Percorsi di ricerca di un giurista dal tratto rinascimentale traccia infatti una descrizione del giurista (che fu professore, rettore e sacerdote cattolico) e dei suoi più importanti studi canonistici ed ecclesiasticistici: si ricordano tra i suoi numerosi lavori le riflessioni sul Concilio Vaticano II e sull’applicazione ed interpretazione dell’articolo 7 della Costituzione.;
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