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il manifesto
11/10/2017
Dentro la delicata trama delle parole perdute, ritrovate, a volte odiate. «La gelosia delle lingue» dello scrittore argentino Adrián Bravi, per le Edizioni Università di Macerata
di Francesca Lazzarato, il manifesto, venerdì 22 settembre 2017
Diceva Juan José Saer che quasi tutta la letteratura argentina del XX secolo è stata scritta in esilio e dall'esilio, e lo stesso si può sostenere, tutto sommato, a proposito di quella del secolo scorso e del nostro, così spesso consepita sotto cieli diversi da quello nativo. Basterebbe ricordare i «parigini» Cortazar, Bianciotti, Copi e lo stesso Saer; Tomás Eloy Martinez, prima rifugiato in Venezuela e in Messico, poi professore per anni e anni a Rutegers; Juan Rodolfo Wilcock, che nel 1957 scelse di stabilirsi in Italia... E l'elenco di chi se n'è anadato - a volte per non tornare, a volte per rientrare da semplice visitatore o per sempre - potrebbe essere infinitamente più lungo, viste le dimensioni di una diaspora dalle motivazioni diverse e mai davvero conclusa...
La recensione completa è disponibile nel sito https://ilmanifesto.it/ ;
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