Recensione di Salvador Spadaro, allievo della Scuola di Studi Superiori Giacomo Leopardi - Università di Macerata
Poetica storica della novella è un testo scritto e originariamente pubblicato dal comparatista ucraino Eleazar Moiseevič Meletinskij nel 1990 con il titolo di Istoričeskaja poètika novelly; l’edizione italiana, che ha per curatore Massimo Bonafin, già docente dell’Università di Macerata e ora professore ordinario di Filologia romanza all’Università di Genova e per traduttrice la dottoressa Laura Sestri, è stata pubblicata per i tipi di eum con il sostegno del programma TRANSCRIPT, della Fondazione Mikhail Prokhorov, ventiquattro anni dopo. Questo libro, per dirlo con il curatore, che completa il trittico degli anni Ottanta, iniziato con un saggio sul romanzo medievale e proseguito con la sintesi sull’epica e sul romanzo in chiave comparativa ed evolutiva, mette in risalto l’efficiente griglia della poetica storica da lui messa a punto.
Il volume si compone di dieci parti, la prima delle quali è costituita dalla ricchissima nota del curatore che, consapevole della poca risonanza di cui l’autore ha goduto al di fuori dei territori russofoni, ne introduce “i giorni e le opere”, ovvero un’essenziale linea della difficile biografia di Meletinskij, seguita dal panorama culturale che caratterizza l’autore e dalla ricezione di quest’ultimo da parte di altri studiosi, non sempre corretta o accurata, per concludere poi con un più delineato tratteggio dell’opera in questione e di quelle ad essa contigue, elogiandone in particolar modo la profondità d’analisi tanto sintagmatica quanto paradigmatica.
L’introduzione dell’autore, invece, argomenta i motivi per cui la novella rappresenta un vivo interesse e una promettente applicazione del metodo della poetica storica, elencando la sua radicata diffusione spaziale nel medesimo periodo e, contemporaneamente, la sua permanenza in diversi momenti della storia. Va di pari passo con questo interesse l’alta frequenza di forti somiglianze tra gli esemplari dello stesso genere, che presentano una notevole regolarità nella composizione e nella struttura. La definizione del genere rimane ad ogni modo ostica, tanto da indurre l’autore ad affermare che non sia possibile la formulazione di una descrizione univoca ed esaustiva. Si citano a seguire i non numerosi precedenti riguardanti la teoria della novella, principalmente tedeschi, ma anche anglo-americani, che si sono concentrati primariamente sulle caratterizzazioni, di volta in volta, stilistica, narrativa o prospettica, applicando tuttavia i metodi dell’analisi tradizionale, diversi da quelli operati da Meletinskij.
La strutturazione dei cinque capitoli del libro, dalla lunghezza variabile, è di tipo cronologico. Si inizia con le forme narrative precedenti alla novella nella loro ipotetica genesi folklorica, indagando in particolare la tesi dei rapporti con i generi della fiaba e dell’aneddoto. Vengono poi suddivise e trattate separatamente le tradizioni antecedenti a quelle novellistiche orientali, più conservatrici dell’elemento magico e del fantastico, e quelle occidentali, che godono di una maggiore emancipazione dagli aspetti primordiali del genere.
Il secondo capitolo descrive invece quella che viene chiamata novella classica rinascimentale, ovvero lo stadio della canonizzazione del genere che viene imposta da Giovanni Boccaccio con il suo Decameron, meritevole di aver elevato il registro stilistico e aver fissato un passato recente come collocazione temporale, per proseguire la dissertazione nella seconda parte del medesimo capitolo con la trattazione della stessa novella rinascimentale nei novellieri più o meno vicini all’autore certaldese, come furono Franco Sacchetti e Masuccio Salernitano, dei quali si tratta l’adesione o il rifiuto di un umanesimo simile a quello boccaccesco.
Il capitolo terzo si sofferma successivamente sulla trattazione della novella di tipo romanzesco che si sviluppa nell’arco dei secoli diciassettesimo e diciottesimo. In questo periodo, secondo le ricerche di Meletinskij, l’evoluzione della novella deve confrontarsi con la formazione del romanzo moderno, osservando, fra gli autori che hanno esplorato entrambi i generi in prosa, il ruolo dello spagnolo Miguel de Cervantes e scrittori di prosa francese come Charles Sorel, Paul Scarron e Jean Regnault de Segrais che a quel modello fanno riferimento.
A seguire, il quarto capitolo, più ristretto dal punto di vista cronologico, si concentra sulla novella del diciannovesimo secolo, e si apre con il ruolo di Johann Wolfgang von Goethe sul passaggio dall’illuminismo e dal classicismo al romanticismo, in particolar modo soffermandosi sulla ripresa di quella che era stata chiamata in precedenza novella classica. Con lui, si esaminano anche Heinrich von Kleist, Johann Ludwig Tieck, Nathaniel Hawthorne e Hermann Melville, per citare i più rappresentativi.
Il quinto ed ultimo capitolo, a sua volta, esamina l’evoluzione della novella che va dal romanticismo al realismo, rimanendo nell’ambito cronologico dello stesso secolo trattato nel capitolo precedente. L’autore esplicita che, a quest’altezza temporale, una trattazione sistemica del genere novella si complica a causa del significativo aumento di materiale letterario prodotto rispetto ai momenti precedentemente analizzati, iniziando con il francese Prosper Mérimée per finire con il russo Anton Pavlovič Čechov.
Nelle conclusioni, l’autore sintetizza in un dettato stringato le dense ricerche minuziosamente condotte nelle centinaia di pagine precedenti, tracciando una linea di poetica storica, tanto sul piano sincronico come su quello diacronico, del genere della novella, che viene descritto come il più importante dei generi narrativi minori.
L’esaustiva introduzione ben si sposa con le frequenti note della traduttrice, che esplicitano e chiarificano molti dei riferimenti culturali che possono risultare estranei al lettore italiano, quali sono le forme narrative folkloriche e popolari tipiche della tradizione russa. La stessa aggiorna altresì i dati bibliografici secondo una più verosimile e più attuale disponibilità del lettore contemporaneo, insieme alla stesura del puntuale indice analitico che agevola la rilettura mirata o la consultazione di un volume dallo spettro tanto ampio, così da coniugare le necessità di un lettore curioso con quelle di uno specialista.
Il libro si contraddistingue inoltre per la proficua rigidità metodica che si accompagna alla flessibilità tematica, con il felice risultato di un’opera che spazia dal Medioevo orientale al romanticismo tedesco senza peccare di carente approssimazione nei confronti di un materiale letterario tanto multiforme e plurilingue.
Salvador Spadaro ;
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