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il venerdì di Repubblica
09/07/2018
Nelle poesie di Edith Bruck il lager non è solo memoria
di Massimo Raffaeli, Recensioni d’autore, il venerdì di Repubblica, 6 luglio 2018, p. 86.
Perdita irreparabile o incubo ancora quotidiano, Auschwitz è il tema dominante della testimonianza in versi della scrittrice italo-ungherese.
(…) La lingua di Bruck è scabra, essenziale, il suo tratto è lineare ma molto prossimo alla verticale lancinante della poesia, per antico amore ai campioni della lingua materna (sua è la splendida versione da Attila Joszef che uscì da Mondadori nel 2002) come per la pluridecennale prossimità a Nelo Risi, il compagno della sua vita. Dunque non deve stupire che Bruck, nel baricentro del percorso, abbia pubblicato ben tre raccolte poetiche a partire da in titolo emblematico, Il tatuaggio (’75), che oggi con encomiabile iniziativa studenti e docenti dell’Università di Macerata raccolgono in un unico volume, Versi vissuti. Poesie 1975-1990 (a cura di Michela Meschini, eum) (…)